Aziende faunistico-venatorie equiparate alle imprese:  è la svolta
Economia
29 Dicembre 2025
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Aziende faunistico-venatorie equiparate alle imprese: è la svolta

Coldiretti: "Superata l’incertezza giuridica, nuove opportunità economiche e ambientali soprattutto per le aree interne"

ALESSANDRIA – Con l’approvazione di un emendamento alla Legge di Bilancio, si chiude un lungo periodo di incertezza giuridica per le aziende faunistico-venatorie. Che vengono ufficialmente equiparate alle imprese. Una svolta definita “strategica” da Coldiretti. E “destinata a incidere in modo significativo sulla gestione del territorio, in particolare nelle aree interne, con ricadute positive sia sul piano economico sia su quello ambientale”.

La norma autorizza e regolamenta l’istituzione di aziende faunistico-venatorie organizzate in forma di impresa individuale o collettiva. Superando così il vincolo della gestione senza fini di lucro che per decenni ne ha limitato le potenzialità operative. Un passaggio rilevante se si considera che queste realtà gestiscono oltre un milione di ettari su scala nazionale.

Valorizzazione economica e multifunzionalità agricola

Secondo Coldiretti, “l’equiparazione alle imprese apre la strada a una forma avanzata di multifunzionalità agricola. Capace quindi di integrare la tutela ambientale con nuove opportunità di sviluppo. Tra queste, la valorizzazione del ruolo turistico delle aziende faunistico-venatorie, sul modello di quanto avvenuto negli anni con l’enoturismo. E anche la possibile nascita di una filiera agroalimentare della carne di selvaggina, particolarmente importante per le aree svantaggiate”.

«Il via libera nella Legge di Bilancio segna la fine di un lungo periodo di incertezza giuridica – afferma il presidente di Coldiretti Alessandria Mauro Bianco –. Superando di conseguenza un limite che ha frenato per anni la capacità operativa dei concessionari. Consentendo ora un salto di qualità nella gestione del territorio e dell’ambiente».

Chiarezza fiscale e nuovo ruolo dell’imprenditore rurale

L’equiparazione risolve anche le criticità fiscali emerse negli anni, in particolare i contenziosi con l’Agenzia delle Entrate. Le entrate derivanti dall’attività venatoria e dai servizi connessi vengono ora correttamente inquadrate come redditi d’impresa agricola, in quanto attività complementari svolte dall’imprenditore agricolo.

“In questo nuovo assetto, il concessionario non è più soltanto un gestore di un istituto faunistico. Ma un imprenditore rurale, in grado di reinvestire in modo trasparente i proventi per adempiere agli obblighi di miglioramento ambientale previsti dalle concessioni regionali”.

Un lavoro avviato da anni

«L’approvazione dell’emendamento è il risultato di un percorso di concertazione con le istituzioni e di organizzazione della filiera avviato tre anni fa con la nascita dell’Associazione Agrivenatoria Biodiversitalia» sottolinea il direttore di Coldiretti Alessandria Roberto Bianco. «Si pongono oggi le basi per trasformare le aziende faunistico-venatorie in veri e propri centri di produzione di servizi ambientali. Attraverso un modello gestionale finalmente chiaro e sostenibile».

Un modello che, secondo Coldiretti, può diventare “un volano di sviluppo economico per le aree interne. Dove allevamento della fauna, vendita della selvaggina e accoglienza rurale entrano a far parte di un unico ciclo produttivo integrato”.

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