Politica
La protesta
Il PRC Piemonte promuove una mobilitazione per chiedere alla Regione di rinunciare all’intesa prevista dalla legge Calderoli
18 Luglio 2025
ore
16:32
TORINO – Il Partito della Rifondazione Comunista alza la voce contro l’ Autonomia Differenziata , definita un progetto «deleterio» e «destinato ad aumentare le diseguaglianze». A guidare la mobilitazione è il Comitato regionale del PRC per il Piemonte e la Valle d’Aosta , che ha annunciato una petizione regionale per chiedere al Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio di ritirare ogni richiesta di intesa con il governo per l’attuazione della legge n. 86/2025, meglio nota come Legge Calderoli. Deambrogio (PRC): “Un progetto eversivo” «Nonostante le critiche della Corte Costituzionale – ha dichiarato Alberto Deambrogio , segretario regionale del PRC – il ministro leghista Calderoli ha rilanciato il suo disegno di Autonomia Differenziata , che esautora il Parlamento e istituisce una commissione chiamata a stabilire i LEP (Livelli Essenziali di Prestazione) senza le necessarie risorse. Un’operazione che, invece di colmare i divari territoriali, finisce per cristallizzarli, avallando una gestione frammentaria e diseguale dei diritti fondamentali». Secondo Rifondazione, l’ Autonomia Differenziata non è solo un rischio per il Sud, ma anche un’illusione per il Nord: «Il Piemonte, come dimostrano i processi di privatizzazione in atto, non guadagnerà da questa riforma, ma ne uscirà indebolito», aggiunge Deambrogio. La petizione popolare Il PRC ha quindi deciso di non fermarsi.Nasce così una petizione regionale promossa dal Comitato piemontese contro ogni Autonomia Differenziata , che sarà attiva per sei mesi . È possibile firmare online al link . In parallelo, saranno allestiti banchetti nei principali centri del Piemonte e organizzati momenti pubblici di confronto e informazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi concreti di frammentazione del sistema sanitario, scolastico e sociale nazionale . Il modello Emilia Romagna Il PRC invita la Regione Piemonte a seguire l’esempio dell’ Emilia Romagna , che ha già ritirato formalmente ogni richiesta di intesa . «Non è troppo tardi – conclude Deambrogio – per evitare una riforma antisociale e incostituzionale , che mina l’unità del Paese e riduce i diritti dei cittadini in base al loro luogo di nascita».