Michele Bellini al Cellini per parlare del futuro dell’Europa
Società
28 Novembre 2025
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Scuola

Michele Bellini al Cellini per parlare del futuro dell’Europa

L’autore ha discusso con gli studenti di Valenza il ruolo dell’UE tra difesa, tecnologia e crisi globali

VALENZA – Un’occasione di confronto sul presente e sul futuro dell’Unione Europea si è svolta venerdì 14 novembre scorso presso l’Istituto Cellini. Nell’Aula Magna dell’istituto, il dottor Michele Bellini, autore del saggio Rendiamoci conto. Senza difesa non c’è più l’Europa, ha incontrato gli studenti del Liceo Scientifico tradizionale e Scienze Applicate per una riflessione sul tema della difesa europea e delle sfide contemporanee che l’UE è chiamata ad affrontare.

Difesa europea al centro del dibattito

L’incontro ha ruotato attorno alla difesa europea, presentata da Bellini come un’evoluzione necessaria per un’Unione nata come progetto di pace, ma oggi esposta a nuove minacce. «L’Europa deve confrontarsi con conflitti, instabilità e trasformazioni tecnologiche rapide», ha osservato il relatore, aprendo a una visione articolata della sicurezza, che non si limita all’ambito militare.

Domande e riflessioni degli studenti

Gli studenti hanno posto numerosi interrogativi, affrontando tematiche complesse come il rapporto tra spesa militare e welfare, le implicazioni costituzionali del riarmo, il ruolo dell’intelligenza artificiale e la difficoltà di trovare una strategia condivisa tra Stati membri con priorità e percezioni diverse delle minacce.

Il dialogo ha toccato anche aspetti legati alla sovranità nazionale, ai costi energetici, alla sostenibilità economica di un progetto di difesa comune e al rischio di alimentare un clima di tensione internazionale. In risposta, Bellini ha evidenziato che «la difesa europea comprende anche cybersicurezza, infrastrutture, intelligence, cooperazione industriale e resilienza economica».

Nel corso dell’incontro, Bellini ha ricordato che ogni crisi ha storicamente favorito nuovi avanzamenti nell’integrazione europea. «La sfida di oggi», ha affermato, «potrebbe diventare il motore di una nuova fase politica per il continente».

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