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    Alessandria,
    Alessandria, piazza Garibaldi - Foto Cecilia Ammazzalorso
    Economia
    Alberto Marello  
    18 Giugno 2025
    ore
    07:00 Logo Newsguard
    L'analisi

    Alessandria, due velocità nella provincia dalle mille anime

    La popolazione aumenta ad Alessandria, Valenza, Casale, Tortona e Novi. Nei paesi, invece, si svuotano case, scuole e servizi. Logistica e oro trainano, ma il mercato immobiliare frena e il territorio resta sospeso tra sviluppo e declino

    ALESSANDRIA – Due traiettorie opposte si stanno disegnando nel cuore della provincia di Alessandria. Da un lato, i principali centri urbani registrano, dopo anni di declino, un aumento dei residenti. Dall’altro, le aree periferiche e collinari continuano a perdere popolazione, servizi, opportunità. È una frattura che non è solo sociale o geografica, ma anche profondamente economica.

    Demografia: città in ripresa, piccoli comuni in ritirata

    Nel 2024, Alessandria ha guadagnato 664 abitanti, Casale 147, Tortona 111, Novi Ligure 72 e Valenza 123. Numeri che segnano un’inversione di tendenza rispetto all’ultimo decennio. Ma il dato è ingannevole: il saldo naturale (nascite meno decessi) è negativo ovunque. A trainare l’aumento è solo il saldo migratorio: nuove residenze, spesso dall’estero o da altri comuni della provincia.

    E fuori dalle città? Il silenzio. Il vuoto. Nei paesi dove la sanità è lontana, la banda larga è assente e l’autosufficienza logistica è un’illusione, la popolazione continua a scendere. Una provincia che cresce, e una che arretra.

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    Piazzetta della Lega, Alessandria – Foto Cecilia Ammazzalorso

    Mercato immobiliare: prezzi bassi, poca attrattività

    L’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate fotografa un mercato immobiliare a due velocità. Mentre il Piemonte cresce leggermente (+1% nel 2024), Alessandria è una delle poche province in calo (-0,2%). Il dato peggiore riguarda il capoluogo: -6% di compravendite, valori medi tra i più bassi della regione (803 euro al metro quadro), e crolli fino al -11,6% in centro città.

    Le zone del Novese e dell’Acquese segnano un rincuorante +6%, ma nel Casalese e nel Valenzano si arretra ancora. Un patrimonio edilizio vecchio, spesso da ristrutturare, non aiuta a invertire la rotta. 

    Industria e logistica: i motori che resistono (e corrono)

    Se la demografia è fragile, il tessuto produttivo mantiene invece segnali di vitalità. Alessandria e Asti rappresentano il 18% dell’export piemontese. Il settore orafo valenzano (al di là dei normali oscillamenti di mercato) continua ad attrarre investimenti delle multinazionali del lusso. E la logistica – grazie al Terzo Valico e alla centralità dei corridoi Nord-Sud – si conferma un asset strategico per il triangolo Alessandria-Tortona-Novi.

    La manifattura c’è, ed è diversificata: gomma-plastica, meccanica, chimica, alimentare, vino. Eppure, solo alcune aree riescono a intercettare davvero crescita e occupazione. I tassi di impiego sono sì in aumento (+4% sul 2022, +3% sul 2023), ma ancora inferiori alla media regionale. La disoccupazione femminile resta elevata (8,5%).

    Nuove generazioni: una fiducia da ricostruire

    Secondo Ires Piemonte, la qualità della vita viene valutata con un dignitoso 7,1. Ma la fiducia sociale è ai minimi: solo il 23,9% degli abitanti dichiara di fidarsi del prossimo. In parallelo, la composizione sociale evolve: nel 2023, il 24% dei nuovi nati in provincia è figlio di genitori stranieri, con una presenza particolarmente significativa di comunità rumene, marocchine ed ecuadoriane.

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    Il ponte Meier sul Tanaro ad Alessandria – Foto Cecilia Ammazzalorso

    Il ruolo dell’università: il campus è un “game changer”

    Un possibile punto di svolta? Il nuovo campus universitario dell’UPO ad Alessandria. Sorgerà su 25mila metri quadrati nella zona nord della città, con spazi didattici, laboratori e aree aperte alla cittadinanza.

    Una scommessa di lungo periodo. Ma anche un segnale: attrarre studenti e talenti, costruire una “cittadella della conoscenza”, potrebbe aiutare non solo a trattenere giovani, ma a immaginare un’Alessandria (e una provincia) diversa, più moderna, connessa, europea.

    Così i vuoti si allargano

    Quella alessandrina è una provincia dalle mille anime, un po’ torinesi e un po’ milanesi, un po’ liguri e un po’ langhette. Una condizione che affonda le radici nella profondità dei secoli. Ma ciò che sta cambiando è la condizione dicotomica tra città e aree rurali: poli urbani e industriali che crescono, periferie che si spopolano. L’economia riflette questa frattura. Le opportunità si concentrano. I vuoti si allargano. 

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