Valenza, il Giorno della Memoria a cura dell’istituto Borsellino
Il 27 gennaio, al Centro Comunale di Cultura, una serata tra letture e musica per non dimenticare l’Olocausto
VALENZA – L’Istituto Comprensivo Paolo e Rita Borsellino celebra il Giorno della Memoria 2025 con un evento dedicato al ricordo delle vittime dell’Olocausto. La cerimonia si terrà il 27 gennaio, alle ore 17:15, presso il Centro Comunale di Cultura, con una serata intitolata “Parole e musica nella memoria”, che unisce riflessioni storiche e momenti artistici.
Un programma dedicato ai giovani
L’evento prevede un’esibizione dell’Orchestra della Pascoli, composta da alunni delle classi seconda e terza dell’indirizzo musicale, e la voce narrante di Gabriele Stillitano, che guiderà il pubblico nella lettura del testo “Giovanni Borromeo e il misterioso K.”, scritto dal Dirigente scolastico Maurizio Primo Carandini. La narrazione ripercorrerà la storia del professor Borromeo, un medico insignito del titolo di Giusto tra le Nazioni per il suo coraggio durante la Shoah.
Donare la memoria attraverso i libri
Come gesto simbolico, l’Istituto Comprensivo donerà un libro a tutti gli studenti delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado e delle quinte delle scuole primarie. I testi, “La storia del Re (matto) Adolfo di Germania” e quello sul professor Borromeo, saranno distribuiti grazie al contributo del Lions Club Valenza Host, presieduto dall’avvocato Marina Baiardi.
«La memoria non mente mai», ha dichiarato Carandini, sottolineando come il ricordo dell’Olocausto sia essenziale per educare le nuove generazioni e costruire un futuro di consapevolezza. L’evento, patrocinato dal Comune di Valenza, rappresenta un’occasione per riflettere sull’importanza storica della Shoah e sulle sue lezioni per il presente.
Il senso del ricordo
La celebrazione del Giorno della Memoria è anche un’opportunità per riflettere sui conflitti attuali e sul valore universale della memoria, che deve essere sempre distinta dal rancore o dalla vendetta. «Eventi come questo ci ricordano ciò che non si deve mai dimenticare», ha concluso Carandini.