Deambrogio contro Riboldi: “Basta illusioni, serve una svolta”
Il segretario del PRC-SE attacca l'assessore regionale e chiede un movimento di lotta per la salute pubblica.
TORINO – La situazione della sanità piemontese continua a far discutere. «Una recente serie di rilevazioni, peraltro già percepite nella condizione materiale delle persone, ha messo in luce il tragico stato della sanità piemontese», ha dichiarato Alberto Deambrogio, segretario piemontese del PRC-SE. In una nota, Deambrogio ha citato il rapporto della Fondazione Gimbe, secondo cui una famiglia su dieci in Piemonte è costretta a rinunciare alle cure a causa dell’incapacità di sostenere i costi.
Critiche all’assessore Riboldi
L’attacco di Deambrogio si concentra in particolare sull’assessore regionale Federico Riboldi, accusato di non avere risposte concrete per risolvere la crisi del sistema sanitario. «Riboldi sta cercando di uscire dall’angolo battendo cassa presso il governo amico. Il punto però è che la disperata situazione della salute in Piemonte non potrà ripartire facendo conto su quest’ultimo», afferma Deambrogio.
Tra le criticità principali evidenziate dal segretario del PRC-SE:
- Accesso alle cure: Molte famiglie non possono permettersi di pagare per le cure necessarie.
- Settore della salute mentale: Le strutture come i Centri di Salute Mentale sono ridotte al minimo, senza risorse né personale.
- Non autosufficienti: Migliaia di famiglie devono affrontare costi elevatissimi per le rette dei familiari non autosufficienti.
Mancanza di risorse e visione strategica
Deambrogio ha inoltre criticato la mancanza di risorse a livello governativo, con gli assessori regionali che richiedono circa 10 miliardi, mentre il ministero della Salute non è in grado di garantire nemmeno 2 miliardi. «L’indirizzo governativo è chiaro: adesione totale alla linea di austerità europea, dopo aver blaterato di autonomia sovranista per anni», ha dichiarato.
Chiamata all’azione
Deambrogio conclude con un appello alla mobilitazione: «Riboldi va d’ora in poi sfidato in campo aperto, andando oltre promesse e monitoraggi. La questione centrale è la costruzione di un movimento di lotta per la salute pubblica, che sappia incrociare la battaglia referendaria contro l’Autonomia Differenziata».