Carandini: «Non ci si lamenti se Valenza non è così attrattiva»
Questa mattina ritardo degli studenti provenienti da Bassignana (causa ponte chiuso) e del personale in arrivo da Alessandria (causa Colla)
VALENZA – Maurizio Primo Carandini, preside del comprensivo Paolo e Rita Borsellino di Valenza, commenta le ultime “disgrazie” legate alla viabilità del territorio valenzano.
«Se il grande Italo Calvino fosse ancora tra noi, senza ombra di dubbio, si sarebbe ispirato a Valenza per una delle sue “Città invisibili”. Ad esempio mi sovviene Diomira oppure Leonia… Valenza, città d’oro, città in continuo movimento, città dove la gente va e viene… orbene per poter andare e venire i viaggiatori hanno bisogno di strade percorribili e di ponti ben strutturati… Oggi scopriamo che il ponte sul Tanaro è chiuso e che il problema della Colla verrà risolto, prima o poi. Non vi parlo da imprenditore ma da Dirigente scolastico che accoglie alunni e personale docente e non docente provenienti da Bassignana e paesi limitrofi e da Alessandria e paesi limitrofi. Leggo che alcuni politici locali si congratulano e si complimentano con colleghi per l’interessamento, ma francamente per la Colla è un anno che ci si interessa… Bollettino di questa mattina: ritardo degli studenti da Bassignana e disagi per le famiglie; ritardi del personale proveniente da Alessandria per code interminabili! Poi non ci si lamenti, se Valenza non è così attrattiva per i lavoratori della scuola: difficile da raggiungere con la stazione ferroviaria a 1.5 km dal centro. Invito alla lettura di “Tecla” una delle città raccontate da Italo Calvino, così, per cultura e per riflettere
Valenza, la “Città Invisibile”
Chi arriva a Tecla, poco vede della città, dietro gli steccati di tavole, i ripari di tela di sacco, le impalcature, le armature metalliche i ponti di legno sospesi a funi o sostenuti da cavalletti, le scale a pioli, i tralicci. Alla domanda: “Perché la costruzione di Tecla continua così a lungo?”- gli abitanti senza smettere di issare secchi, di calare fili a piombo, di muovere in su e in giù lunghi pennelli – “Perché non cominci la distruzione, rispondono. E richiesti se temono che appena tolte le impalcature le città cominci a sgretolarsi e a andare in pezzi, soggiungono in fretta, sottovoce: – Non soltanto la città.
Se, insoddisfatto delle risposte, qualcuno applica l’occhio alla fessura d’una staccionata, vede gru che tirano su altre gru, incastellature che rivestono altre incastellature, travi che puntellano altre travi.- “Che senso ha il vostro costruire?- domanda .- Qual è il fine di una città in costruzione se non una città? Dov’è il piano che seguite, il progetto?” – “Te lo mostreremo appena terminata la giornata; ora non possiamo interrompere” – rispondono.
Il lavoro cessa al tramonto. Scende la notte sul cantiere. E’ una notte stellata. “Ecco il progetto” – dicono.
Italo Calvino da “Le città invisibili”