Inclusione scolastica: differenze significative tra italiani e stranieri
In Piemonte emergono percentuali di iscrizione molto diverse
L’accesso all’istruzione, già dai primi anni di vita, rappresenta uno degli elementi chiave per favorire l’inclusione scolastica e garantire il successo educativo dei bambini.
Questo aspetto è particolarmente rilevante per i bambini stranieri, per i quali l’apprendimento della lingua italiana e la socializzazione con coetanei di diversa nazionalità possono rappresentare una sfida importante. È in quest’ottica che le politiche europee puntano a rendere universale l’accesso alle scuole dell’infanzia, con l’obiettivo di far partecipare almeno il 96% dei bambini di età compresa tra 3 anni e l’inizio dell’obbligo scolastico entro il 2030.
Attualmente, l’Italia è ancora distante da questo traguardo, mancando di circa 3 punti percentuali l’obiettivo stabilito dall’Ue. Tuttavia, le differenze più significative emergono quando si confrontano i tassi di scolarità tra bambini italiani e stranieri. Mentre circa il 95% dei minori italiani tra i 3 e i 5 anni è iscritto alla scuola dell’infanzia, meno dell’80% dei bambini stranieri partecipa a questo ciclo educativo.
Inclusione scolastica in Piemonte: differenze territoriali
In Piemonte, l’analisi dei dati 2022 mostra una discrepanza importante tra le varie province. Ad esempio, Asti registra il tasso di iscrizione più alto di bambini stranieri, con il 21,4% sul totale degli iscritti nelle scuole dell’infanzia, seguita da Alessandria con il 20,9%.
D’altra parte, Biella e Verbano-Cusio-Ossola presentano percentuali significativamente più basse, rispettivamente al 9,1% e 9,4%.
Questo divario non si limita alla sola presenza di alunni stranieri. Quando si confrontano le percentuali di residenti stranieri di età 3-5 anni con quelle degli iscritti alla scuola dell’infanzia, emerge che la quota di stranieri iscritti è sempre inferiore rispetto alla loro rappresentanza nella popolazione residente.
A Torino, ad esempio, il 17,4% dei residenti tra 3 e 5 anni è straniero, ma solo il 15,4% dei bambini iscritti alle scuole dell’infanzia appartiene a questa categoria, evidenziando un divario del 2%. In altre province, come Vercelli, questo divario raggiunge quasi il 3%.
Cause delle disparità
Le ragioni di questa discrepanza sono molteplici e riguardano non solo difficoltà linguistiche ma anche la mancanza di risorse e informazioni adeguate per le famiglie straniere.
Come evidenziato da diversi studi, una scarsa partecipazione all’istruzione pre-primaria compromette il successo scolastico futuro, creando disuguaglianze che possono perdurare nel tempo.
Le politiche per il futuro
Le politiche educative italiane ed europee hanno posto l’accento sull’importanza di colmare questi divari, favorendo l’accesso universale alla scuola dell’infanzia, soprattutto per i minori stranieri.
Tuttavia, è fondamentale che gli enti locali e nazionali promuovano maggiori iniziative di inclusione e sensibilizzazione verso le famiglie straniere, affinché la partecipazione scolastica non sia limitata da barriere linguistiche o socio-economiche