Coldiretti:
Economia, Società
Riccardo La Grotta  
16 Maggio 2024
ore
16:25 Logo Newsguard
L'allarme

Coldiretti: “La produzione di grano duro rischia di essere la peggiore degli ultimi 10 anni”

Raccolte sotto le 3,5 tonnellate: le cause sarebbero la concorrenza estera e la siccità

ALESSANDRIA – Allarme da Coldiretti e Cai: la raccolta di grano duro crolla sotto le 3,5 tonnellate.

Il rischio è che la produzione sia la più bassa degli ultimi 10 anni, con l’11% delle superfici coltivate in meno rispetto all’anno scorso.

Le cause della penuria di grano duro

  • La concorrenza sleale dell’estero. “Invasione”, la chiama Coldiretti, e sarebbe la prima causa della penuria nella produzione di grano duro. Questo primo motivo causerebbe a sua volta l’abbassamento dei prezzi e la riduzione delle superfici coltivate.
  • La siccità, che ha colpito soprattutto le regioni del Sud Italia, ma non solo. In alcune aree della Sicilia la produzione sarebbe addirittura calata del 70%.

L’allarme

Nella provincia alessandrina si contano oltre 34 mila ettari di grano tenero e più di 2 milioni di quintali di produzione.

Dal punto di vista tecnico agronomico, poi, l’andamento climatico che sta caratterizzando questa primavera 2024 (con abbondanti piogge e molta umidità) sta causando preoccupazioni per possibili attacchi fungini.

“Siamo in una fase molto delicata, chi ha eseguito correttamente i trattamenti non dovrebbe correre rischi ma, se la pioggia continua a cadere, la situazione potrebbe complicarsi“, sottolineano i tecnici Coldiretti Alessandria.

I consigli

Le osservazioni di Mauro Bianco e Roberto Bianco, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Alessandria, offrono varie proposte:

  • “L’obiettivo deve essere, tramite i contratti di filiera, quello di valorizzare al meglio le produzioni locali di grano;
  • garantire una sempre più positiva remunerazione agli agricoltori;
  • e offrire completa tracciabilità e qualità ai consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti.
  • Occorre poi ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito ad accordi di filiera come il progetto piemontese, insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, di Gran Piemonte tramite il quale sono già stati seminati circa 8 mila ettari di grano tenero.