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ALESSANDRIA – Carlo Romagnoli ha raccontato, per anni, Alessandria ai lettori del ‘Piccolo’, firma di punta della nostra testata.
Anzi, più che una firma, una sigla: C.R., perché nome e cognome per esteso lo riservava soltanto alle occasioni davvero importanti, a quei servizi che dovevano spiccare sulla massa di notizie che proponeva. Tante notizie, forse troppe, ma era convinto che ogni cosa andasse comunque raccontata, anche quella che apparentemente sembrava meno significativa. A qualcuno sarebbe interessata, immaginava lui. Dunque l’avrebbe trovata sul giornale della città, anzi della provincia.
Carlo ci ha lasciato nella notte, dopo tre mesi di ospedale. Il suo fisico non ha retto a una serie di complicazioni.
Nato nel 1957, laureato in Lettere a Genova, nei primi anni Ottanta, Romagnoli è entrato al ‘Piccolo’, per occuparsi, inizialmente, della pagina di Valenza e del settore agricoltura (suo padre Felice, noto veterinario, era presidente dell’Associazione allevatori). Il direttore era Paolo Zoccola, il capo redattore Corrado Testa.
Erano altri tempi e altro giornalismo. Anche se il desiderio di “dare le notizie” esisteva tanto allora quanto oggi (al limite è cambiato il modo di scriverle e di leggerle).
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In redazione, Carlo ha conosciuto Pieranna Bottino, la giornalista che, a lungo, si è occupata della pagina degli spettacoli. Si sono sposati. Dopo aver vissuto ad Alessandria, una volta a riposo la coppia ha scelto di trasferirsi a Solero, paese a cui lui è stato sempre molto legato e dove ha ristrutturato la casa di famiglia. Adattandola alla propria passione: i libri.
Libri, tanti libri. Di storia (su Marengo e Napoleone ne sapeva per così), di politica. E romanzi. Era un famelico lettore, pressoché onnivoro. La nuova residenza, dunque, è presto diventata una sorta di biblioteca, ordinata e scenografica.
L’amore che aveva per “il leggere” era identico a quello che Pieranna ha per le bambole. E per il mare, mentre lui era indiscutibilmente un uomo di montagna, di camminate, di escursioni, con la Val d’Aosta nel cuore (immancabile l’appuntamento di fine gennaio con la Fiera di Sant’Orso).
Carlo era un giornalista che dava spazio a tutti, pur avendo un’ideologia chiara e netta. Intransigente, era mosso da un rigore fin eccessivo. Un laico senza cravatta, sempre col gilet, ma mai con la giacca. Girava in bici quando non c’erano le piste ciclabili. Ha fumato parecchio e smesso di colpo, confermando di non amare le mezze misure.
Carlo Romagnoli ha caratterizzato una lunga pagina della storia centenaria del ‘Piccolo’, giornale a cui ha continuato a volere bene, pur a distanza, pur senza ammetterlo.
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Chi ha camminato con lui in questi anni (fuori e dentro la redazione, nelle conferenze stampa, ai consigli comunali…) saprà aggiungere chissà quanti altri particolari su un redattore della cronaca cittadina che, sostanzialmente, era un uomo di campagna. Perché è la campagna, in fin dei conti, che ti dà un senso di libertà.
A Pieranna e a tutti i famigliari, le condoglianze del Gruppo So.G.Ed.
Carlo sarà salutato alla casa funeraria Bagliano, in via Parini, al quartiere Cristo, giovedì 21 alle ore 9.30. Venerdì, alle 14.30, dopo la cremazione, la tumulazione nel cimitero di Solero.