San Salvatore: migranti, scoppia il caso ospitalità
L'ex istituto San Giuseppe destinato a ospitarli. La petizione, la replica del sindaco
SAN SALVATORE – Migranti, scoppia il caso a San Salvatore Monferrato, alla notizia che l’ex asilo sarà destinato ad accoglierli.
A scatenare la bagarre è il consigliere di minoranza Roberto Cervetti che, con gli altri del gruppo, ha presentato al prefetto Alessandra Vinciguerra una petizione, firmata da 450 persone circa.
“Chi governa la nostra città – fa sapere Cervetti tramite una nota – non ha preso alcuna posizione in merito alla creazione di un Cas (Centri accoglienza straordinaria, ndr) per richiedenti asilo presso l’Istituto San Giuseppe (l’ex asilo, ndr). Uno degli edifici più grandi del paese, situato nel centro di San Salvatore con una capacità di accoglienza di centinaia di persone. Come rappresentanti di quasi il 40% della popolazione abbiamo sentito il dovere di inoltrare alla prefettura una lettera, scritta su iniziativa popolare, sottoscritta già da centinaia di concittadini in solo 5 giorni. Consapevoli che un Cas di quella portata nel centro di San Salvatore avrebbe un pesante impatto sulla vita sociale della nostra comunità, siamo stupiti che la nostra amministrazione abbia affrontato la cosa solo con una riunione cittadina”.
Migranti, il sindaco replica
Puntuale la risposta del sindaco, Corrado Tagliabue: “La petizione rivolta al Prefetto, che non ho firmato e di cui non sapevo nulla fino a poco più di una settimana fa, solleva temi già affrontati nell’incontro che l’amministrazione comunale ha organizzato di propria iniziativa, il 15 febbraio, per informare la popolazione su questo progetto di accoglienza”.
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“Voglio sottolineare – aggiunge Tagliabue – che ieri come oggi non ho ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dalla Prefettura, però, sapendo che stava per succedere, ho organizzato questo incontro e ho invitato la cooperativa che gestirà il Cas e le suore salesiane che hanno messo a disposizione l’edificio. (…) I sindaci in tutto questo non contano nulla, le decisioni arrivano direttamente dal Governo, dal Ministero degli Interni e dalla Prefettura. La petizione fra le altre cose chiede che venga rispettato il rapporto fra il numero degli abitanti e il numero degli ospiti, dal momento che nella struttura potrà esserne accolto un numero massimo di 50. A parte il fatto che inizialmente ci hanno assicurato che saranno meno della metà, c’è da dire che ci sono decine e decine di casi in Italia dove questo rapporto non è stato rispettato e ho avuto conferma dal Prefetto che si tratta di una regola superata che oggi non viene messa in pratica”.
La parola “tipologia”
Sempre in tema di migranti, il sindaco fa poi riferimento alla parola “tipologia”, usata nella petizione e riferita ai richiedenti asilo. “Quando il termine “tipologia” è riferito a persone, quando vuole definire categorie di uomini il rischio è che assuma una valenza razzista. A nome della cittadinanza che rappresento, chiedo al consigliere Roberto Cervetti di rettificare il testo della petizione e assicurandosi che ne siano informati tutti i firmatari che, in buona fede, forse senza approfondire hanno sottoscritto questo documento e lo invito a chiedere scusa. Scusa a tutti. San Salvatore ha sempre accolto tutti, non particolari tipologie di persone. “Tipologia” è una parola che si usa per le cose, per gli oggetti. Questa iniziativa sta facendo del male a tutti: a chi firma (senza sapere bene cosa firma) e anche a tutti gli altri. Non so se in qualche altro comune si è arrivati a tanto, ma io non voglio che questo accada a San Salvatore Monferrato. Abbiamo lavorato sodo, per anni per dare un’immagine bella, solare, accogliente di San Salvatore, non roviniamo tutto”.
L’istituto San Giuseppe ha una lunga storia. Le suore se ne sono andate nel 2019; adesso l’immobile dell’istituto lo hanno dato in affitto alla cooperativa Oltremare.
