Cultura
Il lutto
Addio all’architetto e insegnante monferrino Marco Pugno
Tanti gli interventi di restauro in provincia, tra essi quello della villa napoleonica di Marengo. Insegnò al Cellini di Valenza
CASALE – È scomparso lo scorso sabato Marco Pugno, architetto e insegnante, molto conosciuto in a Casale e in provincia per importanti restauri come la villa napoleonica di Marengo, la costruzione di edifici pubblici ma soprattutto per l’intensa attività urbanistica volta al salvaguardare l’identità del territorio.
Si era laureato in Urbanistica al Politecnico di Milano difendendo una tesi sul piano regolatore della città di Trento a cui aveva collaborato con un prestigioso studio di architettura milanese. Tornato a Casale nel 1977 fondò “Città & Campagna” una cooperativa volta a affrontare la problematica della pianificazione del territorio che allora iniziava a imporsi.
Una questione delicata e nuova in Monferrato, che Pugno propugnò con determinazione, passione e gentilezza, caratteristiche che l’hanno sempre contraddistinto. Aveva una convinzione profonda: quella della necessità di una visione d’insieme del territorio, dove l’idea collettiva dell’abitare si imponesse sugli arbitri del singolo, per preservare la bellezza e l’identità paesaggistica di un territorio.
I restauri sul territorio
Fu così che iniziò a ideare insieme alle colleghe Rosella Cappa e Lucia Rossi un “Piano di coordinamento degli aspetti cromatico-ambientali del territorio” adottato poi da tutti i Comuni del Monferrato e utilizzato quando il Monferrato veniva candidato a paesaggio patrimonio dell’Unesco.
Nella sua lunga traiettoria professionale ha progettato e restaurato (da solo o insieme ad altri) diversi edifici tra cui le scuole materne di Cella Monte, San Germano e Frassineto, il complesso architettonico della Misericordia a Casale, Palazzo Mossi a Frassineto Po, il centro Polifunzionale San Rocco a Valenza e la villa e il museo napoleonico di Marengo.
Insegnante al Cellini
È stato membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali 1997/2001 e della Commissione di Lavoro sul Disegno di Legge “Le città storiche” del Ministero dei Beni Culturali.
Accanto alla professione di architetto ha insegnato durante diversi decenni all’istituto Cellini di Valenza ed è stato attivamente impegnato nella politica locale portando avanti le sue idee sull’abitare e il paesaggio.
Negli ultimi anni ha affrontato la malattia con la stessa discrezione e contegno che l’han sempre contraddistinto. Lascia il figlio Alessandro, la sorella Enrica e i nipotini Fabrizio e Martin.