Stop diesel Euro 5. Legambiente: «Si prosegua a tutela della salute»
La Regione Piemonte compare con più di un Comune nella classifica delle aree più inquinate d’Italia
TORINO – Sulla questione ‘Stop Diesel Euro 5’ interviene anche Legambiente Piemonte. In una nota l’associazione invita a procedere sulla via intrapresa «A tutela della salute pubblica»
«Assistiamo in questi giorni ad una narrazione distorta della vicenda relativa al blocco delle vetture Euro5 diesel in Piemonte, sulla quale crediamo sia necessario fare chiarezza, nel merito e nel metodo – spiegano da Legambiente»
«La Regione Piemonte compare con più di un Comune nella classifica delle aree più inquinate d’Italia. Questo è il dato di fatto da cui è necessario partire e che si conferma con costanza ormai da parecchi anni – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Una pessima qualità dell’aria porta con sé conseguenze sanitarie importanti. Una recente inchiesta giudiziaria che vede coinvolte le amministrazioni cittadine e regionali parla di un numero di morti per smog tra i 1000 e i 1400 morti di smog nel solo capoluogo piemontese. A cui si aggiungono 1.179 persone ricoverate per malattie respiratorie o cardiovascolari ed un numero imprecisato di patologie meno gravi. Certo le cause non sono ascrivibili esclusivamente al settore trasporti, ma è la stessa Arpa Piemonte a dirci come questo in area urbana faccia la parte del leone. È un obbligo tutelare la salute della cittadinanza».
«Nessun diktat europeo»
«La Regione Piemonte, in risposta alla sentenza della Corte di Giustizia Europea del 10 novembre 2020, ha presentato con la DGR 9-2916 del 26 febbraio 2021 un piano d’azione in cui anticipava il blocco delle EURO5 diesel di 2 anni rispetto alla scadenza comunitaria. Si tratta dunque di una scelta autonoma dell’amministrazione regionale e non di un ‘diktat europeo’, come lo si vuol dipingere oggi, anche a livello di Governo Nazionale. Immaginiamo che la Regione Piemonte abbia redatto tale piano d’azione sulla base di dati che ne dimostravano l’effettiva efficacia. Si prosegua dunque senza indugio in tal direzione e nell’implementazione delle altre misure previste nel piano presentato nel 2021: a essere in pericolo non è solo la salute pubblica, ma anche la credibilità delle nostre istituzioni».