Addio a Verità, il poeta di Valenza
Personaggio molto noto, era stato presidente degli orafi e consigliere comunale
Valenza, l'opera di Verità. Ma anche di Castellaro e Ginetto Prandi
Per fortuna, chi ha pensato di tramandare ai posteri ha messo per iscritto. E, dove non c’è carta, ci sono, almeno, dischi e musicassette (da digitalizzare, magari…).
Per fortuna c’è stata gente come Stefano Verità, il compianto ferrarese diventato valenzano per lavoro che ha deciso di dedicare alla città che lo ha adottato il “Dizionario enciclopedico del dialetto valenzano” . Come non ricordarlo, oggi, 17 gennaio, che si celebra la Giornata nazionale delle dialetto.
Verità ha fatto un’opera “monstre” con più di mille pagine e 35mila vocaboli. Cono sono soprannomi, modi di dire, filastrocche e parole legate ai mestieri, in particolare quelli del mondo dell’oreficeria. Ci sono, nel “Dizionario” una cinquantina d’anni di ricerche. L’opera è stata possibile anche grazie alla collaborazione di Roland Smit, belga da decenni valenzanizzato, ex commerciante belga di pietre preziose, il quale, alla morte di Verità ha deciso di offrire di mettere online l’opera.
Addio a Verità, il poeta di Valenza
Personaggio molto noto, era stato presidente degli orafi e consigliere comunale
Nella Giornata del dialetto, però, non si può non ricordare almeno due cultori e cantori come Franco Castellaro e Ginetto Prandi. Se ne sono andati lasciandoci in eredità, filastrocche e canzoni, poesie, rime, curiosità, aneddoti. Sono quei personaggi di cui una città ha bisogno. Anzi, di cui abbiamo bisogno tutti.