Solvay e la chiusura dell’inchiesta: “Le imputazioni appaiono ridimensionate”
La Procura ipotizza un disastro ambientale colposo (bis) e accusa due dirigenti
ALESSANDRIA – L’inquinamento della Fraschetta ha radici lontane nel tempo, ramificate soprattutto nella zona di Spinetta Marengo dove sorge un polo chimico alla cui guida, nel corso dei decenni, si sono alternate diverse proprietà. Questo docufilm racconta la storia decennale di un territorio, di una popolazione e di una produzione industriale.
Nel dicembre 2019 la Corte di Cassazione ha sancito un disastro innominato colposo condannando le ultime due aziende che in quelle zone hanno lavorato: Ausimont e Solvay.
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Per capire come si è arrivati a quella sentenza, abbiamo ripercorso la storia dell’inchiesta aperta nel 2008 dal sostituto procuratore Riccardo Ghio, focalizzandone i punti salienti e ricordando anche come, già negli anni Ottanta, le denunce di ambientalisti e parlamentari segnalassero un allarme ambientale poi rimasto inascoltato per tanto tempo.
Solvay e la chiusura dell’inchiesta: “Le imputazioni appaiono ridimensionate”
La Procura ipotizza un disastro ambientale colposo (bis) e accusa due dirigenti
Oggi non si può più parlare solo di inquinanti storici perché i fari dell’Europa e dei ricercatori italiani sono puntati sui PFAS, la nuova frontiera della chimica potenzialmente dannosa per la salute umana e dell’ambiente.
Si tratta di una vicenda complessa che tocca tanti cittadini dell’Alessandrino che vivono in un territorio inquinato e sempre più a rischio.
Oggi, con la chiusura delle indagini preliminari dell’inchiesta della Procura di Alessandria, si apre un nuovo capitolo: l’ipotesi è di disastro ambientale.
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Nota: nel processo contro Ausimont e Solvay, la Corte d’Appello ha riconosciuto le attenuanti generiche che avevano consentito di concedere la sospensione condizionale della pena e la non menzione a Carimati, Canti e Guarracino.
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