Dopo i due anni terribili della pandemia e le decine di migliaia di morti tra gli ultra sessantacinquenni, la Regione Piemonte infrange le promesse più volte ribadite e dimentica gli impegni solenni di migliorare la situazione esistente. Nel mese di luglio, approfittando della generale disattenzione per il caldo infernale, la guerra e persino la caduta del Governo, la Giunta Regionale ha deciso le dimissioni degli anziani dagli ospedali alle RSA invece che a strutture a valenza sanitaria e, posto in essere le basi per l’aumento delle tariffe delle RSA poi formalizzate all’inizio di settembre.
Vince l’indifferenza: chi non può pagare si arrangi
Le tariffe sono state aumentate del 5,1% per un ammontare medio di almeno € 800 all’anno.
Vince la cultura dello scarto: chi è vecchio e malato vada a morire nelle RSA
Gli ospedali possono dimettere gli anziani non più in fase acuta, ma ancora non guariti, inviandoli nelle RSA, senza fissare criteri di adeguatezza delle strutture alle condizioni sanitarie necessarie per un’adeguata assistenza anche sanitaria e non solo assistenziale.
Insomma per chi è vecchio e non autosufficiente il destino è l’ospizio
Il sindacato dei pensionati insieme alle confederazioni ha lanciato da tempo la sfida per un nuovo modello di assistenza degli anziani che privilegi la domiciliaritá o modelli di autonomia abitativa protetta e solidale, che trasformi le RSA in hub sanitari ed assistenziali, supporti a progetti di vita e con reparti a valenza sanitaria per le situazioni molto gravi. Nulla di tutto questo è nella mente di chi governa la Regione, le nostre parole sono cadute nel vuoto, vuoto di idee, di prospettive, di futuro.
Il 14 novembre i sindacati dei pensionati di Cgil Cisl e Uil iniziano la loro mobilitazione contro le decisioni assunte dalla Giunta Regionale Cirio nei confronti degli anziani e delle loro famiglie.
Saremo in piazza Marconi ad Alessandria a partire dalle ore 9.