Sanità, cosa va e cosa va meno
La Regione recupera le liste d'attesa. Nuove possibilità per prenotare
ALESSANDRIA – Stamani, il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, hanno presentato i risultati conseguiti dal Piano straordinario della Regione Piemonte per il recupero delle liste d’attesa.
Tra aprile e agosto, ovvero dopo l’avvio del Piano, “il recupero sul 2019 è stato del 96% sui ricoveri programmati e dell’81% sulle visite e prestazioni di primo accesso”. In particolare sugli interventi di prima classe (classificati maggiori, chirurgia oncologica e trapianti) il recupero sul 2019 è del 104%, superando i livelli pre pandemia.
Come noto, le liste d’attesa per le prestazioni ospedaliere sono state bloccate a causa del Covid: ora, pian piano, la situazione sta tornando alla normalità.
Prenotazioni
Sempre stamani è stato spiegato che è partita “la presa in carico attiva in modo sperimentale” di due prestazioni, mammografia e visita cardiologica di primo accesso. “Qualora non disponibile subito l’appuntamento – è stato detto – per il cittadino non sarà più necessario richiamare il Cup. Sarà il sistema ad avvisare direttamente con un sms, non appena disponibile, data e ora della visita, entro i tempi previsti dalla classe di priorità dell’impegnativa.
Note dolenti
Al di là di queste notizie positive, è evidente che i problemi della Sanità sono piuttosto marcati. E riguardano anche Alessandria. Lo ha spiegato, in un’intervista che pubblichiamo sul ‘Piccolo’ di oggi, Chiara Rivetti, del segretario regionale dei medici ospedalieri. La Rivetti, in particolare, ha denunciato il continuo ricorso della Sanità pubblica a medici privati, per sopperire alle carenze che si evidenziano, soprattutto, nel Pronto soccorso. Tutti i nosocomi della provincia sono coinvolti.
Inoltre, il sindacato nutre forti dubbi su un recente sondaggio dal quale si evince che è alto il grado di soddisfazione dei lavoratori dell’Azienda ospedaliera di Alessandria. “Mi sembra un’inchiesta fuorviante – chiosa la Rivetti – Intanto non si capisce chi ha votato, e poi queste opinioni contrastano con l’esodo dall’ospedale alessandrino di molti medici”.