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    Il
    Foto di Sara Bartilomo (Archivio Ente di gestione delle Aree Protette del Po piemontese)
    Generic, Home, Società
    Redazione  
    20 Luglio 2022
    ore
    10:19 Logo Newsguard
    Ente Parco

    Il monitoraggio dello sciacallo dorato in provincia di Alessandria

    Era stato avvistato per la prima volta a Pontestura ad agosto 2020

    PONTESTURA – Che ne è dello sciacallo dorato avvistato nel Parco naturale del Po piemontese nell’estate 2020?

    Il monitoraggio dello sciacallo dorato in provincia di Alessandria

    Uno Sciacallo Dorato avvistato a Pontestura

    Primo caso in Piemonte

    Sono trascorsi due anni da allora e se con la pandemia l’attività di monitoraggio è rallentata, gli spostamenti dello sciacallo dorato (Canis aureus) non si sono mai interrotti, anzi si sono dilatati. Dal Pontestura – di strada in Italia ne ha fatta tanta, ha raggiunto nel mese di marzo 2021 Strambinello (TO) e a giugno di quest’anno si è spostato nel Lazio.

    Nel frattempo, a marzo di quest’anno, è accaduto un fatto nuovo che cambia ancora una volta la prospettiva: il ritrovamento di una femmina di sciacallo morta avvelenata nelle vicinanze della Riserva Naturale di Castelnuovo Scrivia (una delle Aree protette del Po piemontese), nel territorio comunale di Viguzzolo; che l’esemplare fosse di sesso femminile fa pensare alla presenza in zona di un nucleo riproduttivo.

    Tutte queste rilevazioni sono certe e provengono dalla collaborazione consolidata tra l’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese e il Museo Friulano di Storia Naturale, istituto con un’esperienza consolidata di studi su questo canide.

    Le ricerche all’interno del Parco naturale del Po piemontese sono la conseguenza di quella possibilità, e sono state riattivate fin da subito con l’utilizzo di termocamera e di faro, oltre che con le usuali fototrappole collocate in modo stabile. Si punta però soprattutto su rilievi effettuati tramite sessioni di bioacustica, questo è il periodo migliore per rilevare lo sciacallo, perché in estate rispondono ai richiami sonori anche i giovani: proprio per questo motivo i guardiaparco e il tecnico faunistico dell’Ente-Parco faranno sessioni periodiche durante tutta l’estate, anche in collaborazione con l’Ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese.

    I giovani sciacalli sono molto stimolabili, rispondono di buon grado ai richiami e a volte si avvicinano anche alla fonte sonora. Unico ostacolo alla riposta può essere la presenza del lupo, avvertito come pericolo, in quel caso lo sciacallo potrebbe non rispondere al richiamo per non farsi scoprire.

    Le sessioni di bioacustica vengono effettuate con metodologie standardizzate a livello europeo e con l’utilizzo di vocalizzi preregistrati. La risposta sonora di questo canide rappresenta una vera e propria “firma acustica” che un orecchio esperto riesce a distinguere con certezza da quella del cane o del lupo. Lo standard europeo prevede che la stessa traccia di ululato sia diffusa con un megafono: l’operatore rimane nello stesso punto per circa 25 minuti propagando il suono a 360° tramite cinque diverse emissioni effettuate ogni tre minuti: ideale è la presenza di due rilevatori perché chi emette la vocalizzazione ha poche possibilità di sentire l’eventuale risposta in quanto coperta da quel suono.            

    Le sessioni sono condotte a partire dal crepuscolo, perché lo sciacallo è schivo e si muove in prevalenza di notte. I punti di rilevazione vengono scelti tenendo conto di eventuali segnali di presenza della specie; per gli ambienti planiziali i luoghi più idonei sono soprattutto quelli caratterizzati da aree aperte, anche coltivate, e zone umide.

    Lo sciacallo dorato è onnivoro e spazzino, si nutre soprattutto di carcasse, carogne di animali predati da altri, spesso anche di animali investiti oppure di rifiuti agronomici, di animali di bassa corte, di mangime raccolto nei pollai, di ortaggi o frutta raccolti a terra, ed è dunque evidente la sua notevole funzione ecologica di accelerazione della decomposizione del materiale organico. Cattura inoltre volentieri diversi piccoli mammiferi, per lo più roditori indicativamente fino ai due chilogrammi di peso, quindi talvolta anche piccole nutrie.

    L’Ente Parco lancia un appello: «Crediamo che nuovi dati sui suoi spostamenti siano a portata di mano, per questo motivo chiediamo a tutti di collaborare: chiunque nel territorio delle Aree protette del Po piemontese o nelle vicinanze riprenda, con foto o video, un animale che può assomigliare allo sciacallo, anche in assenza di identificazione precisa, lo faccia sapere all’Ente-Parco contattando la responsabile della faunistica: Laura Gola, laura.gola@parcopopiemontese.it. Si precisa che lo sciacallo dorato non crea alcun pericolo agli esseri umani e non danneggia le loro attività. Tra l’altro la specie non è in grado di abbattere ungulati adulti selvatici o domestici in buone condizioni di salute. È un animale di media taglia, più piccolo del lupo, a volte addirittura ucciso da quest’ultimo, che può rappresentarne un fattore limitante ma con il quale può condividere il territorio, anche se non troppo amichevolmente».

     

     

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