Addio Yel, l'arte perde una grande interprete
E' morta la Bosco, personaggio poliedrico. Aveva anche collaborato col "Piccolo"
Sabato 2 aprile l'inaugurazione di un angolo lei dedicato
VALENZA – Un angolo per Yel Bosco, artista, musicista, scrittrice, spirito libero amante della cultura: sarà inaugurato sabato 2 aprile prossimo alle 10 nella sede principale dell’istituto comprensivo Paolo e Rita Borsellino, in viale Oliva a Valenza.
Yel, il nome che aveva scelto (era nata Fabio), se ne è andata la scorsa estate dopo una lunga malattia. La scuola di Maurizio Carandini, in quest’area lei dedicata, vuole ricordarne la vita, e l’importanza per la comunità.
Addio Yel, l'arte perde una grande interprete
E' morta la Bosco, personaggio poliedrico. Aveva anche collaborato col "Piccolo"
«Fabio, antico nome latino, è quello che i miei genitori hanno scelto per me quando sono nato, e quello con cui venivo chiamato in questa scuola…sì, proprio la vostra – Fabio e poi… – un vento forte che ha cominciato a soffiare nella mia vita e mi ha portato altrove…per la mia nuova identità, ma questa volta il nome l’ho scelto io: Yel».
Così commentano dal comprensivo: «La testimonianza che il nostro istituto vuole lascare ai giovani che frequentano e frequenteranno la nostra scuola è quella di apprendere, condividere e vivere la diversità. La diversità fa paura. Le scelte diverse spaventano, persino quando non sei tu a farle, perché ti costringono a vedere altri modi di vivere e domandarti nel profondo di te se la vita che stai vivendo è proprio quella che vuoi, o se forse ne è una versione ridotta. La diversità è uno dei valori fondamentali del nostro secolo. È colore, cultura, ricchezza, scambio, crescita, fa parte della storia di ogni essere umano… ‘Diverso’ può essere colui che ha una mentalità dissimila alla nostra, gusti visibilmente differenti nel modo di vestirsi e nel modo di fare le cose nella vita di tutti i giorni. J. Hillman affermava che la psicologia si configura come una sorta di ‘psicologia estetica’: la vita è spettacolo, e sia pure spettacolo divino. L’esistenza umana è il risultato di un gioco delle potenze inconsce che la governano; all’uomo spetta riconoscere queste potenze, amarle così come si ama la necessità. Yel ha riconosciute queste potenze».
Così la scelta di dedicare uno spazio all’aperto a Yel: un angolo di riflessione, pace, accettazione, arte.