Sogin, completato il Piano globale di disattivazione dell’impianto Fn
Deposito di scorie radioattive: entro il 15 marzo la Cnai al Ministero
ROMA – Sogin ha chiuso il 2021 con una previsione di avanzamento fisico delle attività di decommissioning degli impianti nucleari, grazie a un lavoro di efficientamento dei processi e delle azioni di risanamento intraprese, pari al 7,2%, ben oltre l’obiettivo di budget fissato inizialmente al 6,6%.
Proprio il 31 dicembre scorso, tra l’altro, è stata completata la fase 1 del Piano globale di disattivazione dell’impianto Fn di Bosco Marengo, il primo impianto nucleare italiano nel quale la società ha terminato le attività di decommissioning. Nell’Impianto plutonio (Ipu) del sito di Casaccia, invece, Sogin ha portato invece a termine alla fine del 2021 lo smantellamento delle 56 Scatole a Guanti (SaG) che durante l’esercizio erano impiegate per attività di ricerca sulla produzione di elementi di combustibile nucleare a base di plutonio.
E il deposito?
Intanto, sulla base degli esiti della consultazione pubblica, compreso il Seminario Nazionale svolto dal 7 settembre al 15 dicembre scorso, Sogi sta predisponendo la proposta di Carta Nazionale Aree Idonee (Cnai), che sarà trasmessa al Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) entro il 15 marzo.
Dopo alcuni passaggi autorizzativi, che vedranno protagonista anche l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (Isin), il MiTE di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili approverà la Cnai, che sarà pubblicata. A quel punto, le Regioni e gli Enti locali potranno esprimere le proprie manifestazioni d’interesse, non vincolanti, ad approfondire ulteriormente l’argomento e proseguire il percorso partecipato di localizzazione del Deposito.
 
                                    

 
