Peste suina, Fornaro: "Serve un commissario straordinario"
Il capogruppo di LeU alla Camera: "Occorrono anche risorse da destinare a ristoro delle perdite per le attività economiche e turistiche"
L'allarme del mondo agricolo alessandrino
ALESSANDRIA – Il mondo agricolo continua a lanciare allarmi sul “nuovo flagello” che sta investendo soprattutto l’Alessandrino, ovvero la cosiddetta peste suina africana. Allevatori di maiali sul piede di guerra, così come i commercianti dei prodotti suinicoli. Decisamente arrabbiato anche chi ha attività (come le strutture ricettive) in quei comuni in cui, fino a giugno, ci sarà il divieto di caccia, escursioni, cerca di funghi…
Sul fronte agricolo, Coldiretti non le manda a dire: Serve immediatamente un intervento straordinario, che vada oltre le proposte insufficienti dell’assessorato all’Agricoltura, per contenere il numero di cinghiali e bloccare il diffondersi della peste suina Come indicato dal Ministero della Salute, un efficace depopolamento si raggiunge quando vengono abbattuti il doppio dei cinghiali rispetto ai dati dell’ultimo anno. Questo per il Piemonte significa arrivare, al più presto, a circa 50 mila cinghiali da abbattere: un obiettivo raggiungibile solo con regole nuove e omogenee in tutta la Regione”.
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Anche Luca Brondelli di Brondello, presidente di Confagricoltura, pone l’accento sull’eccesso di cinghiali: “Sono anni che diciamo che sono troppi. E adesso ne paghiamo le conseguenze”.
Dalla Cia, critiche al provvedimento del Ministero della Salute sulle misure di controllo e prevenzione della diffusione della peste, che dispone “la macellazione immediata dei suini detenuti all’interno degli allevamenti bradi, semibradi e misti che detengono suini (…) e divieto di ripopolamento per sei mesi” e la “programmazione delle macellazioni dei suini presenti negli allevamenti di tipo commerciale e divieto di riproduzione e ripopolamento per sei mesi” nei 78 Comuni dell’Alessandrino circoscritti come zona infetta.
Il direttore Paolo Viarenghi sottolinea: “La fauna selvatica è proprietà dello Stato, e lo stesso Stato che non riesce a gestire il problema dei selvatici in suo capo, vede come unica soluzione la macellazione con ripercussioni enormi sulle attività private”.
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