Rincari oltre il 300%: “Aziende non riapriranno dopo le feste”
Confartigianato Imprese Piemonte lancia l'allarme: senza un intervento governativo gli artigiani (soprattutto piccoli) avranno bollette salatissime di energia e gas. Il rischio è non riaprire
Per gli artigiani il 2022 sta iniziando molto male. Alcuni laboratori stanno prendendo tempo sui nuovi ordini perché incerti sulla ‘mazzata’ delle utenze energetiche. “Fino al 200% in più”, calcola Confartigianato Imprese Piemonte, “I rincari record di gas ed energia elettrica potrebbe voler dire la sospensione dell’attività di migliaia di imprese”. Impensabile, infatti, che tutti i nuovi costi ricadano sul cliente, pena la perdita di competitività sul mercato.
La preoccupazione
Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte è allarmato: “Una parte delle imprese rischia addirittura di non riaprire dopo le festività natalizie”.
Già l’ultimo trimestre del 2021 è stato pesante: “La situazione non migliorerà sicuramente nel 2022: infatti tutti gli indicatori già oggi dicono che i primi tre mesi saranno certamente, in termini di costo dell’energia, ancora più pesanti. Si spera poi in un calo tariffario nel secondo trimestre 2022, secondo le previsioni, tutte da dimostrare, però”.
Sos dai piccoli artigiani
Gli aumenti delle tariffe dell’energia elettrica e del gas stanno, infatti, mettendo in seria difficoltà molte imprese, in particolare quelle di piccole dimensioni. Tariffa fissa o indicizzata? E’ comunque una incognita su eventuali nuove forniture. C’è chi preferisce un canone fisso e chi sperare in una riduzione dalla primavera in avanti. L’associazione però chiede certezze e interventi significativi per evitare la chiusura di tante attività: “Ci aspettiamo un intervento legislativo che vada ben oltre i 3,8 miliardi messi a disposizione”.
I calcoli
Secondo le stime e le simulazioni di vari centri studi rispetto al 2021 un’azienda della plastica che utilizza annualmente 2,5 milioni di kWh avrà un aumento della spesa della materia prima del 289%, passando da 186.257 euro a 725.761 euro. Altri esempi danno rincari anche oltre il 300%.