Personaggi valenzani: Luigi Illario
Nuovo approfondimento sulla storia cittadina del professor Pier Giorgio Maggiora
VALENZA – Luigi Illario è un esempio palese di quanto possa fare un individuo per la sua città, segnando le sorti della sua economia. Nato a Valenza il 20-11-1898, dopo una lunga vita operosa, mantenendo il focus costante sui grandi obiettivi, si è spento il 18-6-1981.
Diplomato ragioniere in Alessandria presso l’I.T.Vinci, a soli 18 anni deve già servire l’esercito quale alpino a Venezia. Reduci dalla guerra, nel 1920 i tre fratelli Illario, Carlo, Vincenzo e Luigi, fondano la ditta orafa Carlo Illario e Fratelli la quale ben presto, leader nella produzione di gioielleria, occupa più di 30 dipendenti. Luigi attende all’amministrazione e, con un fiuto sopraffino, alle pubbliche relazioni, compresi i rapporti con clienti e fornitori. Si sposa nel 1930 con Maria Vescovi (morta nel 2003 all’età di 93 anni), da cui avrà 4 figli: tre maschi (Vittorio, Giovanni e Alberto) e una femmina (Paola). La sua ditta produce alta gioielleria con la migliore manodopera locale; nel 1939 i dipendenti sono ben 80(la ditta raggiungerà il massimo di cento nel 1960).
Nel 1940 deve vestire nuovamente gli abiti militari, con il grado di capitano è mandato in Albania. Serio e rigoroso, a due mesi dalla cacciata dei tedeschi da Valenza, nel 1945, è tra 250 fondatori dell’Associazione Orafa Valenzana, Il cui primo Consiglio del 20-6-1945, nomina presidente Dante Fontani (membro del Cln ed ex dipendente della ditta di Illario). Con estrema rapidità e determinazione, nel 1947 il ragionier Luigi Illario inizia ufficialmente la sua lunga e ininterrotta strada nell’Aov con l’incarico di vicepresidente, in un’epoca più intransigente di quanto si possa immaginare. Terminerà trent’anni dopo, nel 1977, per sopraggiunta malattia che lo condurrà a confrontarsi con la morte e con l’aldilà quattro anni dopo.
È stato parecchie cose, e ricordiamoci che è più difficile rimanere sulla cima che arrivarci. Nel 1957 è eletto presidente dell’Aov, carica che mantiene con insigne perfezione sino al 1975. Infallibile a districarsi, consegue una lunga serie di obiettivi. Crea nel 1958 l’Export Orafi srl, acquisisce villa Scalcabarozzi che diventa la “Casa dell’Orafo” sede dell’Aov, una palazzina di fine ‘800 al posto delle sedi precarie fino ad allora utilizzate, il cui locale seminterrato è adibito a bar “Il Gioiello”, con un lussuoso parco di fronte ai giardini pubblici.
Informato e competente, sotto la gestione del “cumendatur” Illario, nel 1959, viene fondata la rivista dell’Aov “L’Orafo Valenzano”, nascono diverse strutture economiche quali le mostre e si succedono visite ricorrenti delle più rilevanti personalità del Paese: sembra un’era tanto lontana. La sua profonda conoscenza del settore e di personaggi politici influenti permettono una straordinaria crescita dell’associazione, che deve a lui buona parte dei suoi più importanti successi (cose, purtroppo,poi perse per strada).
Nel 1948 il comitato promotore per la creazione di una scuola di oreficeria dell’Aov designa Illario come responsabile e, dopo soli due anni, l’obiettivo viene centrato: l’Istituto Professionale di Oreficeria Benvenuto Cellini è creato. Egli è nominato Commissario Governativo della scuola e Presidente del Consiglio di Amministrazione: una sorta di amministrazione controllata. Il 1° dicembre 1950 inizia l’attività scolastica dell’Istituto con 14 allievi, n’avrà 170 come nuovo Istituto Statale d’Arte nel 1970 e più di 500 nel 1990.
Freme sempre in lui un anelito incontenibile di libertà e di fierezza. Tra polemiche, bisticci e altre fumisterie del dopoguerra, impossibile non essere partecipe alla vita politica. È esponente di rilievo nella Democrazia Cristiana, eletto costantemente consigliere comunale con il maggior numero di preferenze della lista, viene eletto per la prima volta nel 1946 quindi rieletto nel 1951, nel 1956, nel 1960, nel 1964 e nel 1965. Esempio di tenacia e di coerenza sia morale che politica, alimenta un patrimonio di odio e consenso diffuso, quasi scontato. Scontri senza esclusione di colpi attraversano la sua vita politica. Consigliere provinciale dal 1954 al 1960, nel 1958 è anche candidato al Senato. Nominato presidente della Ccia di Alessandria nel 1953, resta in carica per 22 anni fino al 1975, quando si accomiata per età e per sopraggiunta infermità.
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Appassionato di caccia e montagna, parla di Valenza alla popolarissima trasmissione “Lascia o Raddoppia, contribuisce con consistenti donazioni e costante partecipazione alla realizzazione dell’Ospedale, del collegio Enaoli (oggi scuole), della chiesa Sacro Cuore, dell’albergo “Smeraldo”, del cinema “Nuova Italia”, ed altro. Come entusiasta imprenditore e grande innovatore, nel 1972 gli è assegnata l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro.
Se avessimo dovuto commentare tutto ciò che quest’esemplare cittadino valenzano ha realizzato rendendo grande Valenza, sia come imprenditore che da amministratore e politico, serviva ben più di queste poche righe.