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    Paolo Livraghi  
    13 Novembre 2020
    ore
    07:26 Logo Newsguard
    Coronavirus

    “Piemonte, dati peggiori di Italia e Lombardia”

    L'analisi del professor Carluccio Bianchi dell'Upo

    ALESSANDRIA – Bisogna ancora avere pazienza. Perché a quanto pare, nonostante a livello nazionale si registri qualche timido progresso, in Piemonte la svolta è ancora lontana. Lo sostiene il professor Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, la cui consueta analisi evidenzia che «da noi ancora non si vedono gli effetti dei due primi Dpcm, quelli definiti light. Attualmente si registra solo una leggera decelerazione del tasso di incremento, ma non c’è ancora nè stabilizzazione, nè tantomeno decrescita, del numero dei casi. I dati del Piemonte sono peggiori sia di quelli della Lombardia che di quelli dell’Italia».

    In testa alla classifica

    Se prendiamo in considerazione l’incidenza di nuovi casi ogni 100mila abitanti, la nostra regione guida mestamente la classifica, a quota 632. Seguono Lombardia, appunto, con 606, provincia di Alessandria a 443 e media nazionale, 400. «Peggio, molto peggio, fanno Torino e Cuneo – aggiunge Bianchi – rispettivamente a 697 e 677, mentre negli ultimi giorni anche Vercelli ha compiuto un balzo impressionante, raddoppiando i contagi». Nel segmento di riferimento, il Piemonte passa da 19550 a 27474, con un incremento di 7924 e media giornaliera di 3925. «Il tasso di crescita è addirittura del 40,5% – chiarisce il professore – mentre quello di Alessandria è del 27%, ma è una magra consolazione al netto di cifre così elevate».

    Che interpretazione dare

    Capitolo pressione ospedaliera: le terapie intensive passano da 249 a 348 in sette giorni, con saturazione al 60% e tempo di raddoppio che sale a 14 giorni (qualche settimana fa eravamo a 8 giorni). I ricoveri, invece, passano da 3698 a 4883 (più 1135, incremento 31%) con tempo di raddoppio 18 giorni. Che cosa significa? Bianchi ammette che «sono dati da interpretare con attenzione, a mio avviso testimoniano la difficoltà del sistema ad accogliere persone, proprio alla luce della saturazione». Sostanzialmente, si accettano solo casi gravi, che non possono essere trattati a casa.

    Le varie tipologie

    In costante calo gli asintomatici – ma abbiamo già sottolineato più volte che i dati sono sicuramente sottostimati – mentre di conseguenza continuano a crescere gli extra protocollo. «E purtroppo – puntualizza il professore – ci sono di nuovo dati allarmanti sulle Rsa, i cui numeri sono quasi raddoppiati, passando da 1466 a 2703. Lo scenario è tutt’altro che rassicurante, non possiamo non imparare dagli errori commessi durante la prima ondata».

    Decessi tasto dolente

    Infine Alessandria, «che in sette giorni ha fatto registrare 1865 casi in più, con una media di 266 contagi al giorno, cui bisogna aggiungere purtroppo 25 decessi in più, da 17 a 42. I guariti sono stati invece 487. Quando raggiungeremo il picco della curva? Forse tra una settimana, sperando che le restrizioni introdotte il 6 novembre si rivelino effettivamente efficaci».

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