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    Alessandria
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    Paolo Livraghi  
    6 Ottobre 2020
    ore
    07:11 Logo Newsguard
    I contagi

    Alessandria migliora. In Piemonte è boom di ricoveri

    L'analisi (e i grafici) del professor Bianchi dell'Upo

    ALESSANDRIA – Nell’ultima settimana il Piemonte ha fatto registrare numeri addirittura peggiori della media nazionale, peraltro a sua volta in costante (e preoccupante) ascesa.

    È quanto emerge dalla consueta analisi del professor Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, che sottolinea come «l’incidenza ogni 100mila abitanti, in regione, abbia raggiunto i 27,1 casi contro i 26,7 dell’Italia. Certo, è un sorpasso sul filo di lana, ma dobbiamo ricordare che noi siamo partiti da percentuali molto basse e che siamo saliti in maniera vertiginosa negli ultimi tempi. Alessandria è tornata a 15,7 casi ogni 100mila abitanti, deduco grazie allo spegnimento del focolaio di Villanova».

    Il caso di Biella

    Nel segmento di riferimento analizzato, la nostra regione ha segnato a referto ben 444 nuovi contagi in più, da 736 a 1.180. «Numeri che devono preoccupare – chiarisce Bianchi – e che, se presi in considerazione in maniera più approfondita, raccontano di un vero e proprio ‘caso Biella’. Perché è vero che Torino, Novara e Cuneo sono i principali responsabili di questo andamento negativo, ma va allo stesso modo sottolineato che Biella è passata da 4 a 77 casi, 46 dei quali all’interno di una Rsa».

    E Alessandria, nell’ultima settimana, come si è comportata? Bianchi ammette che «c’è stato un timido miglioramento, tenuto conto che lo scorso 30 settembre eravamo i peggiori in assoluto. Oggi siamo scesi da 84 a 66 casi, meno 18 rispetto all’aggiornamento precedente, con una media di 9,4 casi al giorno. Andare bene è un’altra cosa, ma sono cifre che considero nel complesso accettabili».

    Le varie tipologie

    La percentuale di asintomatici cresce leggermente, dal 72 al 74%, mentre rimangono sostanzialmente stabili sia gli screen che i contatti di caso. «È interessante sottolineare – aggiunge Carluccio – che da qualche giorno, all’interno del bollettino diramato dall’Unità di Crisi, è indicata la percentuale di ‘provenienza’ dei nuovi casi: il 16% arriva dalle Rsa, il 9,3 dalla scuola, ma il riferimento è soltanto a docenti e alunni».

    Serve chiarezza

    Molti sostengono che l’aumento dei nuovi casi è legato all’aumento di tamponi, come dire ‘ne troviamo di più perché ne cerchiamo di più’. Bianchi è categorico nel sottolineare che «non è assolutamente vero, perché la percentuale di positività, calcolata in base al totale dei tamponi, è sì al 2,9% in Piemonte, ma questo ragionamento va fatto solo sulle nuove persone che si sottopongono ad accertamenti, senza considerare chi fa il test, per esempio, per verificare la guarigione. Ecco, i numeri sono eloquenti e dicono che con queste premesse la percentuale di positività è addirittura del 6,3%. Come lo scorso 4 maggio, all’inizio della fase 2». Se a questo aggiungiamo che in Piemonte le terapie intensive sono passate da 12 a 15 e che i ricoveri sono 93, di cui 57 solo ieri, ecco che il quadro è abbastanza delineato.

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