Operazione “Talpona”: otto spacciatori in manette in provincia
Ai cinque italiani arrestati a giugno si aggiungono i più recenti di tre stranieri
ALESSANDRIA – È stata nominata “Talpona 2020”, l’operazione antidroga conclusa nei giorni scorsi dai Carabinieri dei Nuclei Operativi e Radiomobili delle Compagnie di Alessandria e di Novi Ligure, unitamente ai colleghi del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Alessandria.
Il nome trae spunto dal modus operandi dei pusher, soliti nascondere la droga sotto terra, in punti difficili da raggiungere di aree boschive della Provincia alessandrina, dove la folta e intricata vegetazione rendeva tanto difficile il solo passaggio, quanto di fatto impossibile il rinvenimento dello stupefacente.
Luoghi, quelli scelti dagli spacciatori, difficili da “monitorare”, da parte delle Forze dell’Ordine senza dare nell’occhio e, quindi, ritenuti dai malfattori più “sicuri”e con maggiori vie di fuga anche rispetto ai centri abitati, in analogia a quanto recentemente riscontrato anche in altre Regioni e, in particolare, nell’hinterland del capoluogo lombardo.
Ancora una volta però, i malviventi non hanno fatto i conti con l’acume degli investigatori, che oltre alle ormai classiche metodologie d’indagine anche di natura tecnica, hanno fatto ricorso ad “antiche” modalità di svolgimento dei servizi di osservazione, controllo e pedinamento, mimetizzandosi perfettamente con l’ambiente circostante tanto da sfuggire anche alle numerose “vedette” di cui si servivano gli spacciatori.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Alessandria, con il supporto info-operativo della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, sono state avviate nel mese di dicembre dello scorso anno, grazie ad alcune segnalazioni da parte dei proprietari di alcuni terreni, insospettiti dall’insolito via vai di mezzi che percorrevano le strade vicinali al confine con le loro proprietà.
I pusher, hanno proseguito nello spaccio anche durante la fase più acuta dell’emergenza Covid. Erano sempre in grado di rifornire un vasto numero di clienti – tra i quali alcuni minorenni, spesso provenienti anche dalle province e dalle regioni limitrofe – di diversi tipi di sostanze stupefacenti, in particolare eroina e cocaina, ma anche hashish e mrijuana, a prezzi assolutamente “competitivi”.
Oltre un centinaio gli episodi di spaccio documentati dagli investigatori. Decisamente rilevante il “volume d’affari”, come testimoniato, in particolare, dalla fase conclusiva dell’operazione, in cui sono stati arrestati quelli ritenuti i principali esponenti del sodalizio criminale. Bloccati proprio mentre si recavano “al lavoro” in una delle loro solite “piazze di spaccio” sita in aree campestri e boschive del comune di Predosa, per un solo giorno di attività avevano addosso poco meno di 400 grammi di eroina, 200 di cocaina e 150 di hashish, che al dettaglio avrebbero fruttato diverse decine di migliaia di euro.
Ai 5 arresti operati tra giugno e agosto di quest’anno, persone di età compresa tra i 23 ed i 51 anni, tutti cittadini italiani residenti in provincia di Alessandria, si sono aggiunti quelli di 3 stranieri: un 27enne di nazionalità albanese, regolare sul territorio nazionale e 2 cittadini marocchini, di 21 e 36 anni, ritenuti a capo del sodalizio ed ai quali è stato contestato anche il reato di porto d’armi abusivo. I due infatti, non giravano mai senza almeno un’arma da taglio al seguito (in occasione dell’arresto avevano un grosso “machete”, anch’esso posto sotto sequestro), nel timore di azioni violente da parte di eventuali “concorrenti”.