Beni confiscati alla criminalità: in provincia sono a Sale, Mombello e Albera
Ieri la riunione per progettare la loro destinazione
ALESSANDRIA – Si è tenuto nella mattinata di ieri in Prefettura ad Alessandria un incontro in videoconferenza per approfondire le tematiche connesse all’amministrazione e alla destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata e le possibili progettualità, organizzato d’intesa con l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) e presieduto dal Prefetto Iginio Olita.
All’incontro, cui hanno partecipato i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, degli Uffici Statali, degli Enti territoriali, nonché Enti del Terzo Settore e Fondazioni bancarie, sono intervenuti in qualità di relatori il Procuratore della Repubblica di Alessandria dottor Enrico Cieri, il Dirigente della Sede Secondaria di Milano dell’Anbsc dottor Roberto Giarola, il dottor Guido Odicino della Regione Piemonte, il Sindaco del Comune di Bosco Marengo Gianfranco Gazzaniga, nonché i rappresentanti dell’Associazione Libera avvocato Paola Sultana e ApsParcival dottor Carlo Piccini.
Obiettivo della riunione – che costituisce una anticipazione sul territorio piemontese della nuova metodologia di lavoro che l’Agenzia Nazionale sta sperimentando – era creare una occasione di incontro tra i potenziali utilizzatori dei beni confiscati (Uffici statali, Enti locali, Enti del Terzo Settore) per avviare un dialogo operativo che agevoli la nascita di progettualità solide e condivise, fornendo altresì agli enti interessati un quadro di insieme degli strumenti finanziari accessibili per la realizzazione dei progetti di riutilizzo.
In particolare, il Dirigente della Sede Secondaria della Anbsc competente per il Nord Italia ha chiarito nel corso dell’incontro che nella nostra provincia i beni confiscati immediatamente disponibili sono cinque e sono ubicati in tre Comuni – Albera Ligure, Mombello Monferrato e Sale – mentre alcune decine di beni confiscati, non ancora destinabili, si trovano nel territorio di altri Comuni e sono attualmente in fase istruttoria: anticipare la definizione di possibili progettualità rispetto alla formale proposizione dei beni agli Enti previsti dall’art. 48 del Codice Antimafia significa creare le basi per una maggiore celerità ed incisività di intervento.
Come ben evidenziato sia dal Procuratore della Repubblica di Alessandria nel corso del suo intervento sulla normativa in materia, che successivamente dal Sindaco del Comune di Bosco Marengo e dal rappresentante dell’Associazione Libera avvocato Sultana illustrando l’esperienza positiva di un progetto realizzato sul territorio provinciale, il riutilizzo per fini di utilità sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, restituendoli alla collettività, assume un alto valore simbolico e civile.
È stata pertanto condivisa la necessità di una forte interazione tra Enti, Associazioni e Comuni per elaborare proposte progettuali che potranno essere approfondite e sviluppate in tavoli tematici anche con la collaborazione dell’Agenzia Nazionale e del Nucleo di Supporto della Anbsc istituito presso la Prefettura: vari rappresentanti delle Istituzioni hanno evidenziato la propria disponibilità.
L’Università del Piemonte Orientale in particolare ha garantito la propria collaborazione all’iniziativa, anche attraverso la partecipazione al progetto di giovani laureandi. A tale riguardo, nei prossimi giorni è previsto un incontro tra il Prefetto ed il Rettore per definire le relative modalità operative.