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    L’allergologa:
    Generic, Home, Società
    Redazione  
    26 Giugno 2020
    ore
    07:41 Logo Newsguard
    Sanità

    L’allergologa: “attenzione alle punture di insetti”

    Dall'adrenalina auto-iniettabile all'immunoterapia, ecco i rimedi e i consigli per evitare complicazioni

    ALESSANDRIA – “Fino a 20 morti ogni anno in Italia all’anno, oltre 5 milioni di italiani che ogni anno subiscono punture d’insetti (api, vespe, calabroni) per arrivare a livello locale con due persone trattate in urgenza nell’Ospedale di Alessandria. Una percentuale molto bassa tende a sviluppare un’allergia al veleno degli imenotteri, che determinare manifestazioni lievi o, meno frequentemente molto gravi, che possono portare fino alla morte”. Sono le parole di Pinuccia Omodeo, allergologa dell’Azienda Ospedaliera, che spiega che i decessi per shock anafilattico da punture di imenotteri sono eventi rari, ma che se correttamente affrontati possono essere evitati, sia attraverso la prevenzione che attraverso una corretta ed immediata cura.

    “Come prima cosa occorre far conoscere l’utilità dell’adrenalina auto-iniettabile, un presidio salvavita, che l’allergico deve sempre avere con sé e saper usare in caso di shock anafilattico, in modo da poter guadagnare il tempo necessario per allertare il pronto intervento e ricevere nell’immediato o presso le strutture di Pronto Soccorso le necessarie terapie”. Da qui anche l’importanza di rivolgersi, al primo sospetto, ad un allergologo per intraprendere tutti gli accertamenti necessari alla diagnosi. “E’ fondamentale far sapere anche che esiste una cura per questa pericolosa allergia – continua Pinuccia Omodeo – si tratta dell’immunoterapia specifica che è in grado, già dopo i primi mesi, di fare acquisire la tolleranza al veleno, proteggendo così i pazienti da ulteriori reazioni allergiche alle punture degli imenotteri”.

    Nella nostra Regione, oltre ai comuni imenotteri è arrivata recentemente anche una nuova specie: la vespa velutina (o calabrone asiatico). Un predatore la cui dieta è costituita in gran parte di api che caccia in prossimità dell’alveare, costituendo una seria minaccia per tutta l’apicoltura italiana. Introdotta per la prima volta in Europa nel 2004 in Francia e ha colonizzato rapidamente altri Paesi, compresa l’Italia, dove la regione di maggior diffusione è la Liguria. Numerose segnalazioni della vespa velutina sono state fatte anche in Piemonte, soprattutto nella provincia di Cuneo. Questi imenotteri asiatici sono piuttosto aggressivi nei confronti dell’uomo, e le loro punture nei soggetti sensibili possono scatenare una grave reazione allergica nota come shock anafilattico. La minaccia principale resta tuttavia per le api e per gli apicoltori.

    A un occhio non esperto le vespe velutine possono apparire come i comuni calabroni europei (Vespa crabro), ma possiedono diversi dettagli che favoriscono il riconoscimento. Prima di tutto sono più piccoli rispetto al calabrone europeo, la colorazione, seppur somigliante, presenta differenze evidenti: l’apice delle zampe è giallo, mentre quello del calabrone europeo è tendente al rossiccio. Le antenne sono nere (tranne una piccola parte) mentre quelle del nostro calabrone sono anch’esse rossicce. Risultano neri – se visti dall’alto – anche testa e torace, rispetto al bruno-rossiccio del calabrone europeo.

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