Frumento: accordi per prodotti da forno made in Piemonte
Progetti che utilizzino farina 100% piemontese. La provincia di Alessandria coinvolta per uno dei prodotti simbolo
PROVINCIA – Nel lockdown si è verificata la corsa ad accaparrarsi la farina per cucinare a casa pane, pizza e pasta ed ora, nella Fase 2, la corsa è alla pasta made in Italy che utilizza solo grano nazionale. Il mercato dei cibi italiani è in grande espansione e ha raggiunto il valore record di 7,1 miliardi, una tendenza confermata dal successo della campagna #MangiaItaliano promossa da Coldiretti e Filiera Italia che ha coinvolto industrie e catene della grande distribuzione.
La provincia è particolarmente vocata alla produzione di frumento tenero con oltre 34 mila ettari di superficie e più di 2 milioni di quintali di produzione, seguita da quella di Torino con 19.500 ettari e più di 1 milioni di quinali e di Cuneo con 17 mila ettari e 934 mila quintali per un totale a livello piemontese di oltre 84 mila ettari.
“Il frumento tenero è la prima coltura in provincia per superficie – afferma il presidente di Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – e non dimentichiamo che a livello nazionale Alessandria e Bologna, con superfici sostanzialmente equivalenti, si spartiscono il primato di prima provincia italiana per superficie coltivata a frumento tenero. Si tratta di uno dei prodotti simbolo del made in Piemonte per cui stiamo lavorando alla valorizzazione attraverso accordi di filiera che devono essere implementati nel breve periodo affinché i prodotti da forno possano essere veramente prepararti con la farina del nostro territorio”.
Ci sono le condizioni per rispondere alle domanda dei consumatori e investire sull’agricoltura territoriale che è in grado di offrire produzione di qualità realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino le produzioni locali che garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti.
“Un’attenzione che l’agroindustria virtuosa auspichiamo ponga sempre di più dimostrando disponibilità ad attivare accordi che diano impulso all’economia alimentare piemontese – aggiunge il direttore di Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Una buona notizia per una provincia come quella alessandrina a forte vocazione cerealicola, frumento tenero in particolare. Il comparto cerealicolo ricordiamo che è oggi uno dei più penalizzati con gli agricoltori devono vendere ben 5 chili di grano tenero per potersi pagare un caffè, motivo per cui nell’ultimo decennio è scomparso un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati ed effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente”.
A livello nazionale nel 2020, la semina di grano tenero si aggira sui circa 536.000 ettari rispetto ai 530.000 del 2019 con una produzione 2,73 miliardi di chili con le importazioni che arrivano in questo caso al 70% del fabbisogno totale.