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    Al
    Eugène Muhire Rwigilira
    Generic, Home, Società
    Redazione  
    25 Aprile 2020
    ore
    10:00 Logo Newsguard
    L'approfondimento

    Al Cellini una videoconferenza sul genocidio ruandese

    Un testimone diretto della tragedia ha parlato agli studenti

    VALENZA – Ieri l’istituto Cellini di Valenza ha organizzato una videoconferenza incentrata sul tema del genocidio ruandese del 1994. Relatore è stato Eugène Muhire Rwigilira, diretto testimone, ancora bambino, della tragedia.

    L’incontro si è inserito nel progetto “Per non dimenticare” avviato da alcuni docenti dell’Istituto circa 5 anni fa con l’obiettivo di approfondire ogni anno uno dei genocidi che hanno insanguinato la storia del Ventesimo secolo, dagli armeni ai tutsi, alla pulizia etnica nella ex Jugoslavia.

    Ogni anno si è offerto ai ragazzi non solo la possibilità di usufruire di una conferenza da parte di uno studioso della tematica ma, grazie alla collaborazione dell’associazione Gariwo di Milano, anche di poter incontrare un testimone, diretto o indiretto, di quella tragedia. Il progetto ha inoltre permesso la realizzazione, nel maggio 2018, nell’area verde della scuola, di un piccolo “Giardino dei Giusti”: ogni  anno, non questo purtroppo, è intenzione dei promotori del progetto piantare un albero, in memoria di un Giusto diverso. 

    Fine del progetto, infatti, non è solo la “memoria”, seppure così importante, perchè “tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo” , ma anche mostrare ai ragazzi che sempre, anche nei momenti peggiori e più bui, è possibile opporsi al male, ed è proprio quello che hanno fatto i Giusti, e quella è la strada più efficace perché non si ripetano gli errori del passato. 

    «Quest’anno organizzare la conferenza sembrava impossibile. Scuole chiuse, fino a quando? Si riaprirà in tempo per la conferenza? (prevista per fine aprile), e poi… l’incertezza della situazione. Perse le tracce del relatore…non risponde alle mail, irraggiungibile al telefono… Si stava per desistere. Si ė attivata la segreteria di Gariwo: il relatore ė stato ritrovato, Muhire era tornato in Rwanda (non clandestinamente, ma con volo organizzato dall’ambasciata). Ripristinati i contatti… gli  viene proposta l’unica soluzione possibile: la videoconferenza. Accetta immediatamente. E così è stato organizzato questo incontro, virtuale, ma che ha permesso a un numero molto più grande di ragazzi rispetto a quello che sarebbe stato possibile ospitare in Aula Magna, di ascoltare questa drammatica  testimonianza, di porre domande e di dialogare con Muhire. I 150 ragazzi, che grazie alla piattaforma digitale della scuola, hanno potuto partecipare alla conferenza hanno forse avuto l’impressione, per un momento, di essere usciti di casa, e di vivere tutti insieme un momento “forte”. Muhire ha visto trucidare i suoi familiari, è stato testimone di uno dei più atroci genocidi della storia» racconta il dirigente scolastico Maria Teresa Barisio. 

    Dal 6 aprile al 16 luglio 1994 l’etnia Tutsi venne sterminata dagli Hutu , l’altra etnia da sempre presente sul territorio ruandese. Il movente ideologico fondamentale fu l’odio razziale verso la minoranza tutsi che aveva costituito l’élite sociale e culturale del Paese. In soli 100 giorni persero la vita circa un milione di persone, uccise soprattutto con machete, asce, lance, mazze.

    «Nonostante questa esperienza terribile Muhire è diventato un uomo che ha saputo fare della solidarietà e dell’altruismo la sua vita. Speriamo che questa testimonianza così drammatica ma al tempo stesso umanamente così ricca, coinvolgente e aperta alla speranza e alla positività possa costituire un aiuto per i nostri ragazzi anche nei confronti della situazione attuale» conclude la preside.

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