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    Cultura, Generic
    24 Settembre 2019
    ore
    09:01 Logo Newsguard
    Vite in cella

    Face to face: dal carcere di Alba a San Michele per Ebola?

    Trasferimenti per l'acqua inquinata. Anche due morti?

    FACE TO FACE – Denuncia molto dura in questo racconto. Insieme ad altri 39 detenuti, l’autore viene trasferito dal carcere di Alba a quello di San Michele per l’acqua inquinata. Nel testo sostiene che due persone forse sono morte per questo caso e che potrebbe essersi trattato di una epidemia di Ebola. Ma le denunce non finiscono qui: racconta anche di un giovane che si è impiccato ad Alba e di un anziano morto soffocato da una mela a San Michele.

    TUTTI I RACCONTI – La raccolta del progetto Face to Face

    La vita nel carcere

    Io sono venuto del carcere di Alba l’otto gennaio 2016.
    Mi hanno trasferito con altri trentanove detenuti in questo carcere di Alessandria.
    Perché l’acqua era inquinata nel carcere di Alba.
    Si poteva ammalarsi di una malattia che si chiama Ebola. Molto pericolosa.
    Noi eravamo di detenuti 123 totale, altri detenuti sono trasferiti a carcere tra Fossano e Saluzzo.
    Due detenuti sono stati morti di tale malattia, di Ebola.

    Ma però qui in questo posto che si chiama carcere, non lo dicono mai.
    Di cosa erano morti? Per qualche altra malattia?
    Un ragazzo si era impiccato perché non ce la faceva più.
    Sempre questo era successo al carcere di Alba.
    In questo carcere di San Michele un vecchietto si era strozzato con una mela mangiandola.
    Non la poteva masticare, non aveva i denti?
    Aveva ottantanove anni e mi dispiace.

    Ci sono tanti anziani che si trovano in carceri, anche i paralizzati che vanno in carrozzella.
    E lo stato italiano non fa nulla per questi poveracci?
    Ci buttano nelle celle di cinque metri ma questi cinque metri ci sono i letti che le occupano e l’ armadi.
    Se noi siamo in due già, non possiamo muoverci.
    Nella cella ci sono pochi centimetri di spostarti.
    Per fino nel bagno quando vai a fare dei bisogni, sei molto stretto, hai solo 65 cm. di circonferenza.
    Nella cella non abbiamo la doccia, è fuori nel corridoio e l’acqua calda non abbiamo nella cella. Solo fredda.
    Il bagno è senza finestra, a sera, non puoi fare i bisogni, solo fino alle 10,30, perché per rispetto di tuo concellino se vai a fare i bisogni, puzza nella cella.

    Alle ore della sera d’inverno ci chiudono il blindo e siamo chiusi lì nella cella.
    Solo abbiamo una finestra un metro di circonferenza, che ci sono le sbarre per la rete di acciaio che non
    passa nemmeno l’aria per respirare.
    Di mattino alle ore 8,30 viene la guardia e ci apre le celle.
    Alle ore 9.00 Ci fanno andare ai passeggi fino alle 11,00.
    Dopo alle ore 12,00 ci portano il pranzo.

    Poi alle ore una fino alle tre sono finiti i passeggi e alle tre e trenta è la conta dei detenuti e siamo chiusi tutti nelle celle fino alle cinque.
    Dopo le cinque siamo aperti, fino alle sette di sera, nella sezione solo.

    Fine

    Alla mia domanda se volesse terminare il racconto con una riflessione generale, questa è stata la risposta: in carcere non si fanno riflessioni. Si dice quello che è e basta.

    PUNTATA 21

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