Face to face: l’ottava puntata è dedicata a Sergio
FACE TO FACE – Ottavo capitolo di “Face to Face”, progetto artistico ideato e realizzato da Massimo Orsi che Il Piccolo pubblica a puntate. Una rubrica fissa che si concluderà ad ottobre, mese in cui verrà presentata la mostra che raccoglierà tutte le opere realizzate dai carcerati che l’artista alessandrino ha incontrato durante il suo percorso. Oggi ospitiamo la storia di Sergio.
TUTTI I RACCONTI – La raccolta del progetto Face to Face
Il bene e il male
31/05/2017
Ciao mi chiamo Sergio, sono un ragazzo di ventinove anni e vi voglio raccontare una storia un po’ strana ma bella!
Un giorno mi trovavo nei pressi di un locale, un club, frequentato da signore di una certa età. Entrai e andai verso il bancone per prendermi qualcosa da bere, ordino una coca cola, mi guardo attorno e noto una bella signora vicina alla cinquantina. La donna si avvicina e mi chiede il mio nome, glielo dico e lei mi domanda se potevo offrirle qualcosa da bere. Le offro una birra e, mentre chiacchieriamo, mi domanda se fossi fidanzato, le rispondo di no, lei si mette a ridere, io gliene chiedo il motivo e lei mi risponde: “ non è possibile che un bel ragazzo come te non abbia una ragazza” ed io le rispondo che a me piacciono le donne mature. Lei mi guarda e mi dice: “ stasera dormi da me?
Era esattamente quello che avrei voluto sentirle dire, quindi senza aspettare oltre, pago il conto e usciamo dal locale.
Non avendo io alcun mezzo di locomozione, salgo sulla sua macchina e partiamo.
Mentre stiamo andando, mi accorgo che la vettura non è più ancorata all’asfalto ma si è staccata da terra e stiamo volando.
Io stranito e impaurito mi aggrappo alla portiera e lei dopo avermi rassicurato sul fatto che non mi sarebbe successo nulla, mi confessa di essere un fantasma, morta da più di trecento anni e mi dice: “ ma sono ancora bella come donna”.
Dopo la sua frase, incredulo e stordito, mi metto a ridere forte e lei, per tutta risposta, apre la portiera e si getta giù dalla macchina.
Mentre urlo come un pazzo e continuo a guardare fisso davanti a me come un alienato, mi sento toccare una spalla, era di nuovo lei, che accanto alla mia portiera mi diceva: “ ora ci credi che sono un fantasma?”
Mentre stava accadendo tutto questo, inizio a sentire sempre più distintamente una musica tecno, come se ci fosse un rave all’aperto.
Mi strizzo gli occhi e mi accorgo di non essere più nella macchina con quella donna ma, seduto per terra e di fronte a me vedo una giovane ragazza che si da dei pugni sulla faccia urlando: “ ti spacco la faccia troia!”.
Non riesco subito ad alzarmi ma, dopo un grande sforzo, mi avvicino a lei e cerco di bloccarle le braccia, per impedirle di continuare a farsi del male e le domando il motivo del suo comportamento autolesionista.
Lei mi rispose: “ ma tu prima per quale motivo stavi urlando?”.
Non ricordavo di avere urlato e glielo dissi ma lei non mi ascoltò e mi disse: “ sei un pazzo se urli da solo”.
Pioveva a dirotto e ci rifugiammo in una grotta poco distante.
Il suo viso era tutto gonfio ma, nonostante ciò, provavo per quella ragazza una certa attrazione, mi avvicinai cercando di baciarla e lei spostandosi mi scoppiò a ridere in faccia.
Ci rimasi molto male, le chiesi il perché del suo rifiuto e se non le fossi piaciuto come ragazzo.
La sua risposta fu: “sei carino, ma non ti ricordi di me Sergio?
Come faceva a sapere il mio nome? Io non l’avevo mai vista prima di allora.
“Sono un fantasma e sono morta più di trecento anni fa”, mi disse e poi: “Sergio io posso prendere l’anima di chi voglio, io sono ovunque, seguo tutti e vedo tutti, ma nessuno può vedermi, tranne te”.
Ormai avevo la testa completamente annebbiata, i pensieri mi sfuggivano e non riuscivo a capire nulla di ciò che stava accadendo.
La ragazza continuava a guardarmi e leggendo i miei pensieri confusi mi disse: “ allora non hai capito nulla, sono la donna che hai conosciuto al club, quella della macchina volante”.
Finalmente capii e, ripresomi dallo shock, le domandai come fosse morta.
Lei mi rispose: “ mi sono gettata da un dirupo perché i miei genitori mi hanno abbandonata che non avevo che 10 anni e ora la mia anima è rimasta sulla terra per possedere sempre nuovi corpi.
Le domandai, vista la sua innocenza, perché non fosse salita in paradiso e allora mi disse:
“ Sono la sposa del diavolo e con lui ci sto troppo bene”.
Allora io atterrito le domandai perché soltanto io potessi vederla e se la sua intenzione fosse quella di prendere la mia anima e portarla giù sotto terra.
“ non è ancora giunta la tua ora, ma arriverà molto presto”mi rispose e volò via.
Non l’ho mai più rivista, per ora!
PUNTATA – 8