A Valenza manca un museo dell’arte orafa, ma c’è l’associazione Amici del Museo
E’ nata nel lontano 1988 come Associazione amici del Museo d’arte orafa di Valenza e nel corso degli anni ha effettuato una raccolta di tutto quanto riguarda il mondo dell’oreficeria – dal disegno, ai pezzetti di fabbrica dati dal capo fabbrica, alle raccolte di disegni, ad alcuni macchinari anche se di non grande dimensione, ad una miriade di attrezzi, ai gioielli – sino ad arrivare a circa ottomila pezzi cataologati. Ma da sempre rimane una grande incognita: il museo dell’arte orafa in quella che è una delle capitali non solo italiane, ma mondiali, non c’è, nonostante in passato se ne sia parlato a più riprese. “Siamo partiti molti anni fa, in un primo tempo c’era anche l’aggettivo civico, perché ci teniamo che sia il museo della città, Inizialmente si voleva raccogliere tutto questo per iL Comune, ma l’allora sovrintendente Carlenrica Spantigati ci suggerì di fare un’associazione privata, consiglio che venne seguito”. A parlare è la presidente, Maria Grazia Molina, vera e propria memoria storica degli ‘Amici’ ,a storica del gioiello, laureatasi in Storia dell’arte e Lingue straniere con una tesi sui monili preziosi dell’Inghiltera nel periodo del Rinascimento, e titolata di master in Storia dell’arte presso l’Università di Genova con tesi sull’oreficeria valenzana. “Siamo apolitici, apartitici e senza scopo di lucro” tiene poi a precisare e racconta come all’inizio si incominciò a raccogliere con il semplice passaparola. Ma nel corso degli anni le sue attività sono cresciute. Fino al 2013 l’associazione ha organizzato mostre annuali in occasione della Giornata Amici dei Musei; tra le più importanti l’esposizione ‘Oro e lavoro’ del 1994, unica nel suo genere per la presenza di una cospicua sezione dedicata ai macchinari da lavoro, la rassegna dedicata a Giuseppe Gillio del 1997 e la collaborazione in occasione della mostra “Valenza e l’arte del gioiello” del 2014. Numerosi anche i prestiti di materiali per musei dell’alessandrino, tra cui il Museo Civico di Novi Ligure, e per rassegne italiane ed estere. Eppure nonostante tutte queste attività meritorie e la peculiarità di Valenza nessuna amministrazione è mai riuscita a decidere di trovare una collocazione del materiale in un Museo. L?idea del vice sindaco Costanza Zavanone, che un paio d’anni fa propose di installare dei macchinari nelle rotonde cittadine pare essersi arenata per problemi di compatibilità con il codice della strada e, ad oggi, tutti i pezzi raccolti dagli Amici sono solo stoccati in attesa, a questo punto perenne, della loro esposizione.
Massimo Iaretti