Raccolta differenziata: alessandrino fanalino di coda. Si resta sotto il 48%
La giunta regionale ha approvato i dati sulla produzione dei rifiuti urbani e di raccolta differenziata relativi al 2016: i 32 comuni sotto il Consorzio di Bacino alessandrino restano di molto al di sotto dei limiti, soprattutto dopo i nuovi obiettivi dell'ultima legge regionale. Alessandrino fanalino di coda, che resta sotto il 48% di differenziata
La giunta regionale ha approvato i dati sulla produzione dei rifiuti urbani e di raccolta differenziata relativi al 2016: i 32 comuni sotto il Consorzio di Bacino alessandrino restano di molto al di sotto dei limiti, soprattutto dopo i nuovi obiettivi dell'ultima legge regionale. Alessandrino fanalino di coda, che resta sotto il 48% di differenziata
POLITICA – La giunta regionale ha approvato i dati sulla produzione dei rifiuti urbani e di raccolta differenziata relativi al 2016, valido strumento di analisi utile all’attuazione della nuova legge in materia di gestione dei rifiuti urbani, approvata poche settimane fa, e al raggiungimento degli obiettivi prefissati nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti urbani. Molte cose sono cambiate con la nuova legge regionale, ma sopratutto molte altre dovranno cambiare se si vorranno evitare le sanzioni previste per quei comuni che non raggiungeranno gli obiettivi prefissati, che vanno ben oltre il raggiungimento dei diversi step di raccolta differenziata fino ad arrivare ad una percentuale per il 2020 tra il 65% e il 70%, come richiesto dalla Comunità Europea già da tempo.
Così i dati raccolti che sono dettagliati per ogni singolo comune e aggregati per ognuno dei 21 Consorzi oggi operativi in Piemonte, danno un quadro della situazione per l’alessandrino, suddiviso tra i 32 comuni che sono sotto il Consorzio di Bacino alessandrino (tra cui Alessandria e Valenza come centri zona), quelli sotto il Consorzio casalese di Rifiuti (C.C.R, che comprende Casale e tutti i paesi della zona del Monferrato) e quelli sotto il Consorzio Servizi Rifiuti del Novese, Tortonese, Acquese e Ovadese (C.S.R.). E’ evidente come l’alessandrino sia – insieme al torinese – il fanalino di coda con percentuali di raccolta differenziata e di produzione di rifiuti per abitante ancora lontane dai limiti previsti, a differenza del novarese che fa invece da capofila in senso opposto, con ottimi risultati già in previsione delle percentuali da raggiungere entro il 2020.

Se si guarda ancor più nello specifico, per i due centri zona maggiori dei comuni all’interno del Consorzio di Bacino alessandrino, ovvero Alessandria e Valenza, i dati della raccolta differenziata sono ancora più allarmanti: Alessandria (sempre nei dati 2016) si attesta ad un 43,5% mentre Valenza al 48,1%. Tra i comuni più virtuosi si devono menzionare Bassignana, Borgoratto, Castelletto Monferrato, Lu, Piovera, Pietra Marazzi e San Salvatore Monferrato che arrivano ad una percentuale del 70% e oltre, considerando che sono tutti paesi con una media di residenti che non supera i 1000 abitanti (fatta eccezione per San Salvatore che arriva a 4000).
“Con questi dati abbiamo il terreno su cui si andrà ad applicare la nuova legge regionale in materia di gestione dei rifiuti urbani – afferma l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia – Sono certo che i nuovi strumenti normativi, che orientano il sistema verso la tariffazione puntuale sulla produzione dei rifiuti, con incentivi a chi opera meglio e in conformità ai principi del Piano regionale Rifiuti, con sanzioni ai comuni che, al contrario, registrano dati ancora troppo lontani dai limiti accoglibili, e, in ultimo, con i fondi triennali messi a bando dalla Regione proprio per incentivare la crescita della raccolta differenziata (al momento 9milioni circa, ma che sono destinati ad aumentare), possano orientare le realtà ad oggi meno virtuose verso gli obiettivi che si siamo dati”.
Sarà davvero così anche per Alessandria? Perché la nuova amministrazione di Cuttica di Revigliasco ha bloccato – almeno sul 2018 – l’ampliamento sul territorio comunale della raccolta porta a porta che è quella che meglio consente di alzare il livello (e le percentuali) di differenziata, pur puntando invece a lungo termine ad arrivare ad una “tariffa puntuale” in materia di rifiuti.

