“Immigrata prostituta rapina anziana italiana e poi maltratta il suo cucciolo”
Incredibile e repentina azione di violenza su una povera pensionata di Alessandria. Ma non bastava: immediatamente dopo, a titolo di sfregio, prende a calci il suo piccolo cucciolo meticcio che da pochi giorni lanziana signora aveva salvato dal canile
Incredibile e repentina azione di violenza su una povera pensionata di Alessandria. Ma non bastava: immediatamente dopo, a titolo di sfregio, prende a calci il suo piccolo cucciolo meticcio che da pochi giorni lanziana signora aveva salvato dal canile
Siamo tutti più invogliati a cliccare su un titolo del genere, piuttosto che su qualcosa che serva a farci riflettere e capire meglio come affrontare questo nostro tempo così complesso e frenetico? A quanto pare si. La settimana scorsa abbiamo sperimentato un breve video di merde fotografate nel capoluogo. Si, proprio di escrementi (di cane) immortalati di fronte ai luoghi simbolo di Alessandria. Certo, l’abbiamo un po’ “condito” con la scusa di una campagna sul decoro urbano ma siamo sicuri (i click, a decine di migliaia – tra visualizzazioni del video, letture dell’articolo e portata sui social media -, ce lo confermano) che l’attenzione si sia concentrata sulla voglia di capire dove fosse collocata quella decina di cacche. Altri articoli sullo stesso tema sono stati molto meno seguiti. I piccoli casi di prostituzione, i reati di basso cabotaggio di cui si fa protagonista il migrante di turno, l’animaletto coraggioso, l’animaletto poverello, il vip a cui succede qualcosa di assolutamente normale… sono questi gli articoli che fanno traffico sui giornali, locali e non.
Ma veramente non è possibile fare diversamente? Noi, nel nostro piccolo, ci proviamo. E come noi anche tante (non tutte, eh) altre redazioni locali. Abbiamo tentato inchieste sul nostro sistema sanitario locale e su alcuni appalti sospetti, fin chiedendo agli interessati di informare i cittadini sull’amministrazione del loro denaro. C’è chi cerca di fare ordine tra i programmi, spesso confusi e lacunosi, dei candidati alle amministrative, tentando di dare strumenti ai cittadini per valutare durante gli importanti momenti della democrazia locale. Seguiamo momenti in cui viene chiesto alle istituzioni piemontesi di prestare attenzione alla sicurezza del nostro territorio, per poi scoprire che quei momenti non valgono 1 millesimo dell’attenzione che si dedica alla squadra di calcio locale (per carità, w lo sport e i valori che si porta dietro). Proviamo a portare alla luce le magagne che riempiono il monumento simbolo della nostra Provincia, la Cittadella. Commentiamo e testimoniamo, in chiave locale, i movimenti socio-culturali che arrivano come onde a livello nazionale e oltre, come quello sulla Cannabis legale. Seguiamo gli sviluppi, positivi o negativi, dell’ecologia urbana locale, dello sport quando si mischia alla politica, delle lotte alla violenza di genere, della difesa della casa come diritto di tutti, dei movimenti per la salute pubblica, delle iniziative culturali varie… che fatica.
E poi? E poi contiamo i click (che per i giornali di carta corrispondono alle copie vendute in edicola) e ci accorgiamo che, se il modello economico si basa sul fatto che la gente ci legga e gli investitori pubblicitari ci scelgano di conseguenza, non possiamo far altro che dar spazio alla “pancia” e alle piccole o grandi morbosità. Tutti gli articoli “spessi” impallidiscono rispetto allo slideshow di merde. Niente da fare. Colpa pure della nostra di “pancia”: anche i giornalisti cliccano sui titoli più gustosi quando navigano sul web ma, (alcuni) per professione, si chiedono perché.
A questo punto dell’articolo, a cui arriverai solo tu ed altri 3 o 4 lettori, ti lanciamo l’appello.
Che sia scritto su AlessandriaNews o altrove, fai questo sforzo: salva l’autostima di un giornalista e, dopo ogni articoletto di cronaca o costume, clicca un articolo di approfondimento (o che almeno tenti di connettere 2 fatti tra loro e dare una visione di un problema), leggilo tutto, magari commentalo e criticalo, parlane in famiglia, racconta agli amici che esiste anche un modo più lento di usare i giornali.
Noi non abbiamo la presunzione di cambiare le vite dei nostri lettori con ogni nostro contenuto ma vogliamo continuare a credere di essere un po’ meglio di qualche merda sul marciapiede.