Il romanzo d’esordio di Lucilla Meneghelli, un testo da assaporare lentamente
"Le lettere di Ariete" è un libro fatto di tanti istanti di meraviglia dove ogni lettrice e ogni lettore può facilmente riconoscere una parte di sé
"Le lettere di Ariete" è un libro fatto di tanti istanti di meraviglia dove ogni lettrice e ogni lettore può facilmente riconoscere una parte di sé
Lucilla Meneghelli (1964) laurea in architettura presso il Politecnico di Milano con una tesi di urbanistica, dal 2005 condivide la professione di architetto con la passione della scrittura nata per il piacere di fissare sulla carta una favola inventata per e con la figlia di quattro anni. Didì cambia casa favola sulla bioarchitettura successivamente trascritta e oggi disponibile in e-book impreziosita anche, dalle illustrazioni di Cristiana Emiliani. Dal 2013 la passione per lo scrivere si è concretizzata con la collaborazione redazionale presso Edizioni Catering settore food. Nel 2014 ha partecipato al concorso letterario indetto dal comune di Collecchio – Parma “Storia di una donna” e il suo racconto “La zia Cocca” ha meritato la pubblicazione essendo risultato tra i primi dieci finalisti. Le lettere di Ariete è il suo primo romanzo.
Scrivere bene, poeticamente bene, si sa, richiede un’attenzione prolungata e silenziosa.
Il libro di Lucilla Meneghelli è un testo da assaporare lentamente come un prezioso calice di vino per apprezzarne i sentori, l’aroma e il retrogusto finale perché solo se assaporato con discrezione comincerà a infondere nella lettrice e nel lettore quel vigore tipico delle suggestioni linguistiche che è poi certamente l’aspirazione dell’Autrice: dipingere appunti di vita vissuta sferzando la quotidianità e facendo della partecipazione, della comprensione della situazione la cifra delle descrizioni ambientali.
Scritto con linguaggio chiaro, in una gamma espressiva non uniforme che sa trasmetterci le emozioni dei personaggi, Le lettere di Ariete, è un libro fatto di tanti istanti di meraviglia dove ogni lettrice e ogni lettore può facilmente riconoscere una parte di sé.
Lucilla Meneghelli misura la sua potenzialità di scrittrice con quest’opera prima di poco più di 200 pagine, 214 per l’esattezza, tutte da gustare non trascurando i particolari. Come la scelta dei nomi dei suoi personaggi: Rossana, Federico, Saverio nomi dall’allure ben connotata evocanti personaggi dalla letteratura alla storia. Rossana, come la sospirata di Cyrano, Federico, nella sua variante Federigo, il cardinale Borromeo che ricopre ne I PROMESSI SPOSI il doppio ruolo di personaggio e di fonte storica, avendo il Manzoni fatto tesoro dei suoi testi per comporre i capitoli dedicati alla peste, Saverio, nome dalle radici cristiane, presente nell’onomastica di beati e santi.
Così come ha dedicato la giusta attenzione alla copertina, livrea raffinata, delineata dagli occhi, forse quelli dell’eroina della storia? che, seppur ripresi nella fissità dello sguardo, fotografano con il cuore la realtà, non solo soggettiva ma anche esterna, i fatti interiori, le gioie, le sofferenze e i patimenti della quarantacinquenne Rossana avvocato, consulente di una cooperativa che, decisa a uscire dalla tormentata relazione con il sessantenne Federico, sposato, intreccia una nuova liaison con Saverio, coetaneo e amico di Federico. Al lettore il piacere di scrivere idealmente la conclusione.