Diamanti e monete d’oro, il tesoro rubato cerca i legittimi proprietari
Gioielli, diamanti griffati Bruni, orologi e persino monete d'oro. Tutti oggetti rubati in qualche modo ritrovati nelle disponibilità di un 52enne alessandrino. Il valore degli oggetti si aggira sui 120 mila euro. Il ricettatore aveva monete rubate da due falsi carabinieri.
Gioielli, diamanti griffati Bruni, orologi e persino monete d'oro. Tutti oggetti rubati in qualche modo ritrovati nelle disponibilità di un 52enne alessandrino. Il valore degli oggetti si aggira sui 120 mila euro. Il ricettatore aveva monete rubate da due falsi carabinieri.
E l’uomo in questione aveva pure gettato per terra un pacchetto di diamanti ‘Pasquale Bruni’ da decine di migliaia di euro, alla vista della gazzella, inequivocabile segno che il legame con la Città dell’Oro non fosse solo meramente professionale. I carabinieri sono comunque solo riusciti ad incriminarlo per ricettazione e per furto. Intanto 120 mila euro di preziosi sono stati sequestrati e attendono di ritornare ai legittimi proprietari.
Il furto insieme ad un 31enne rumeno è quello di una cassaforte di un laboratorio orafo, la sera dell’11 gennaio. Il laboratorio era stato messo a soqquadro e la cassaforte con valori di migliaia di euro era sparita. Dopo lunghe indagini in cui vennero sentiti i testimoni, incrociate le riprese video del circondario e spulciato tra le foto segnaletiche dei sospettati, i militari anno formulato l’ipotesi che l’italiano sia il mandante, la ‘mente’, mentre il romeno il braccio.
Pochi giorni dopo il furto il poco attento 52enne, incrociando i carabinieri, aveva nascosto malamente dei pacchetti (in auto e a terra) pieni di oggetti provento di un furto in una villa di Varese, avvenuto a dicembre. Sui telefoni cellulari del ricettatore c’erano conversazioni e foto inequivocabili: l’uomo stava tentando di piazzare i gioielli.
Inoltre aveva due monete d’oro rubate con un escamotage ad un collezionista in Pista, ad Alessandria. Le 100 lire con le effigi di Vittorio Emanuele II e Carlo Alberto erano state consegnate dal proprietario a due falsi carabinieri, che lo avevano convinto su presunti accertamenti per oggetti rubati. Il proprietario si era accorto del raggiro una volta presentatosi in caserma ad Alessandria per la restituzione dei soldi.