Orafi, contratto nazionale dall’accento alessandrino
Il nuovo testo prevede innovazioni rispetto al welfare e novità economiche e normative frutto del lavoro di Confindustria Alessandria. Le novità e i numeri che interessano direttamente duemila addetti
Il nuovo testo prevede innovazioni rispetto al welfare e novità economiche e normative frutto del lavoro di Confindustria Alessandria. Le novità e i numeri che interessano direttamente duemila addetti
In Confindustria Alessandria si parla di “buon contratto” per usare le parole di Fabrizio Grossi del Servizio Lavoro. Che riassume così alcuni degli aspetti più peculiari. “Dal 2017 è previsto il riconoscimento dell’inflazione reale con nuove modalità e, per esempio, per il 2016 il dato è pari a un aumento di 1,49 euro. Gli incrementi retributivi decorrono dal mese di giugno di ogni anno” spiega Grossi, Poi il nuovo contratto di lavoro precisa che i premi di risultato saranno totalmente variabili e “viene regolamentata l’assistenza sanitaria integrativa per tutti i dipendenti a decorrere dal primo aprile 2018 (circa tredici euro per dodici mensilità, per 156 euro annui) e il contributo aziendale al fondo Cometa passa dall’1,2 per cento all’1,6 dei minimi contrattuali”. Il contratto, valido fino al 30 giugno 2020, prevede una una tantum di ottanta euro (in busta paga ad ottobre) e il riconoscimento dell’inflazione che però avviene ex post anno su anno e non più ex ante. Non mancano aumenti sui minimi e un capitolo dedicato al welfare con, fra le altre cose, buoni spesa, servizi di assistenza, rafforzamento della previdenza complementare e dell’assistenza sanitaria. Grossi, a proposito di questo capitolo contrattuale che richiama quello dei ‘cugini’ lavoratori del settore metalmeccanico, specifica che “il welfare dal gennaio 2018 avrà un valore di cento euro, elevato a 150 euro dal giugno 2019 e a 200 euro dal giugno 2020. L’importo deve intendersi netto per azienda e lavoratore”.
Altri punti che segnano una svolta, dopo una lunga trattativa, sono quelli relativi ai congedi parentali, per i casi previsti, che potranno essere usufruiti anche a ore, a gruppi di due o quattro ore, e non più soltanto su base giornaliera e continuativa. Il lavoratore “deve presentare un piano di programmazione mensile all’azienda sette giorni prima dell’inizio del mese di fruizione. Tutto ciò dovrebbe incrementare la presenza e la produttività aziendale”. Non manca quindi il capitolo formazione. Da giugno le aziende coinvolgeranno i dipendenti a tempo indeterminato “in percorsi di formazione continua di 24 ore pro-capite in ogni triennio, anche attraverso Fondimpresa”. Con altre aspetti normativi relativi all’apprendistato sono introdotte regole che puntano a migliorare il fronte della preparazione del personale, con l’obiettivo di fare compiere un passo in avanti a tutto il comparto.
L’accordo nazionale è stato sottoscritto da Federorafi Confindustria e i sindacati Fim, Fiom e Uilm. Il ruolo da protagonisti lo hanno avuto le tre ‘patrie’ dell’oro e del gioiello: Arezzo, Vicenza e il Distretto di Valenza, sotto la regia alessandrina della locale Confindustria. Rispetti alle imprese, sono direttamente coinvolte 75 aziende orafe con circa duemila addetti, mentre il totale del tessuto è composto da ottocento aziende (comprensive di industria, artigianato e commercio) per circa 4.700 dipendenti. Un dato che evidenzia il peso di quelle più strutturate rispetto all’universo di piccole e medie realtà produttive della dimensione valenzana.