Alessandria e Asti di nuovo insieme
La 'nuova' Camera di Commercio nascerà non appena il Ministero dello Sviluppo Economico avrà messo a punto il decreto applicativo. L'ente avrà 91 dipendenti e il primo presidente sarà di Alessandria. A Roberto Livraghi verrà affidato il ruolo di Commissario nel periodo di unificazione
La 'nuova' Camera di Commercio nascerà non appena il Ministero dello Sviluppo Economico avrà messo a punto il decreto applicativo. L'ente avrà 91 dipendenti e il primo presidente sarà di Alessandria. A Roberto Livraghi verrà affidato il ruolo di Commissario nel periodo di unificazione
La ‘nuova’ Camera di Commercio alessandrina-astigiana avrà una sola azienda speciale (unicamente Torino conserva due aziende: Torino Incontra e il Laboratorio chimico e merceologico) e il personale sarà composto complessivamente da 91 persone. Le cariche istituzionali (gratuite) verranno coperte a rotazione, m il primo mandato, quello più delicato, verrà affidato ad Alessandria, il cui ente è più grande (con oltre 55.000 imprese iscritte) rispetto ad Asti e una dotazione economica e patrimoniale positiva. “Questa è la soluzione più logica” commenta Gian Paolo Coscia, mentre Roberto Livraghi (nella foto) parla di “perequazione dei criteri di sostegno all’economia, con una spesa allocata sui territori in base alle specifiche priorità di sviluppo che verranno discusse sul piano locale e con servizi sempre vicini alle aziende”.
Un Monferrato su cui investire, aree discretamente omogenee in particolare sul fronte agroindustriale, culture e tradizioni comuni, ma anche sistemi che dovranno dialogare da prospettive diverse. Una sola Camera di Commercio per Alessandria e Asti, ma due associazioni degli industriali. Il processi di aggregazione di Confindustria ha visto nascere in Piemonte la Confindustria del Piemonte Orientale (Alessandria, Vercelli e Novara), mentre l’Unione industriale di Asti, dopo un primo abboccamento proprio con Alessandria, è rimasta da sola. Non sarà un ostacolo insormontabile, però per alcune scelte di politica di sviluppo, un solo ente camerale dovrà confrontarsi con due realtà associative diverse. Certo, il buon senso farà superare gli ostacoli formali e istituzionali, ma una scarsa omogeneità degli assetti territoriali rappresenta una ennesima anomalia in una Italia dove il superamento dei ‘campanili’ appare sempre una strada in salita.