In piazza per salvare il volontariato
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In piazza per salvare il volontariato

Una quarantina di associazioni si sono riunite sotto palazzo Ghilini per consegnare al Prefetto una lettera con cui si chiede di salvaguardare la legge 266. La nuova normativa, infatti, apporta modifiche che rischiano “di snaturare” la filosofia del volontariato

Una quarantina di associazioni si sono riunite sotto palazzo Ghilini per consegnare al Prefetto una lettera con cui si chiede di salvaguardare la legge 266. La nuova normativa, infatti, apporta modifiche che rischiano “di snaturare” la filosofia del volontariato

POLITICA – Al grido “svegliamoci” i rappresentanti di una quarantina di associazioni di volontariato della provincia di Alessandria si sono dati appuntamento ieri davanti a palazzo Ghilini, in piazza Libertà, per consegnare una lettera al Prefetto Romilda Tafuri. Si tratta di un appello al parlamento italiano affinché faccia marcia indietro rispetto alla legge 106 del 2016, di cui sono in esame i decreti attuativi, che introduce diverse novità sul tema del volontariato, disconoscendo di fatto lo spirito della legge precedente, la 266, abrogata. “Siamo per un volontariato puro, organizzato e gratuito”, dicono i volontari alessandrini.
Tra le novità, la nuova legge equipara le associazioni “pure” alle cooperative, alle fondazioni e alle imprese sociali. “Un errore”, secondo i volontari. “La norma conferma che tutti gli enti del terzo settore non devono avere scopo di lucro ma mentre si mortificano le organizzazioni di volontariato si valorizzano cooperative sociali, imprese, fondazioni e altri enti che hanno presentato e presentano molti casi di ricerca del profitto, di sfruttamento del proprio personale, di trattamento disumano dei propri utenti al limite di fatti delinquenziali”. Le associazioni, tra le quali anche il Csva, centro servizi del volontariato, chiedono “di intervenire per apportare alcune essenziali correzioni: possono essere fatte alcune modifiche alla legge 266 ma è un grave errore culturale e umano che essa venga abrogata integralmente; alle Regioni devono restare compiti legislativi e di coordinamento; i centri servizio volontariato devono restare a servizio del volontariato e non essere stravolti”.
Il simbolo della manifestazione era una sveglia: “perchè ci dobbiamo svegliare prima che sia troppo tardi”, dice Pietro Moretti dell’associazione Vedrai, uno dei portavoce della protesta.
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