Imprese con il segno ‘meno’ anche ad Alessandria
I dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi registrano una diminuzione delle iscrizioni fra gennaio e marzo, anche se è la conseguenza di un assestamento statistico. La regione resta comunque economicamente 'fragile'
I dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi registrano una diminuzione delle iscrizioni fra gennaio e marzo, anche se è la conseguenza di un assestamento statistico. La regione resta comunque economicamente 'fragile'
Il dato regionale è il risultato di una flessione che interessa tutti i territori, anche se in misura differenziata. Verbania (-0,44 per cento) e Novara (-0,48) registrano le contrazioni minori, Torino si attesta a -0,54, seguito da Asti (-0,55), mentre sono gli altri territori ha fare i conti con “dati peggiori della media regionale”: Cuneo -0,69, Vercelli -0,74, Alessandria -0,77, Biella -0,80. “Il bilancio dei primi tre mesi dell’anno riferiti a tutti i settori e a tutte le province piemontesi – osserva Ferruccio Dardanello, presidente di UnionCamere Piemonte – restituisce una regione più fragile. Statisticamente, comunque, in questo trimestre, si presentano in modo regolare saldi negativi: a fine anno si concentrano, infatti, la maggior parte delle cessazioni di attività, il cui riflesso – precisa Dardanello – si registra nel Registro imprese delle Camere di commercio nelle prime settimane del nuovo anno”.
L’analisi per forma giuridica evidenzia invece “segnali positivi” per le sole società di capitale, che rappresentano il 17,1 per cento delle imprese con sede legale in Piemonte e che hanno messo a segno, nel primo trimestre del 2017, un tasso di crescita del +0,52 per cento. Appaiono negativi, invece, i saldi anagrafici delle altre classi di natura giuridica: la flessione più intensa riguarda, ancora una volta, le imprese individuali (-0,87 per cento) che costituiscono la parte più rilevante del sistema imprenditoriale regionale. Infine, una nota di UnionCamere riassume l’andamento nei singoli settori. “Gli altri servizi (-0,11 per cento e il turismo (-0,40), gli stessi comparti che nel 2016 avevano realizzato le performance migliori – si legge – scontano le flessioni di minore intensità. L’industria in senso stretto (-0,62) segna un tasso in linea con il risultato medio del tessuto produttivo regionale. Il commercio (-0,85) e le costruzioni (-0,88) subiscono flessioni più marcate. Il risultato più negativo è, infine, quello dell’agricoltura (-1,51)”.