Ci serve un piano strategico “trans”
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Alessio Del Sarto  
14 Novembre 2016
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Ci serve un piano strategico “trans”

Il nostro territorio risulta tutt’altro che integrato, strategico e proiettato in una direzione comune. La visione strategica di cui il nostro territorio avrebbe bisogno è molto “trans”. Trans è un prefisso che indica un passaggio, un mutamento da una condizione ad un’altra, un passaggio oltre un termine…

Il nostro territorio risulta tutt?altro che integrato, strategico e proiettato in una direzione comune. La visione strategica di cui il nostro territorio avrebbe bisogno è molto ?trans?. Trans è un prefisso che indica un passaggio, un mutamento da una condizione ad un?altra, un passaggio oltre un termine?

EDITORIALE – Piani strategici: in Provincia di Alessandria ci hanno provato in tanti, Comuni ed enti privati ma, ad oggi, il nostro territorio risulta tutt’altro che integrato, strategico e proiettato in una direzione comune, sia dal punto di vista della strategia economica che rispetto ad una scelta di identità comune. Il campanilismo caratterizza le nostre zone da secoli ed è certamente un freno. Potrebbe essere il momento giusto per maturare e cooperare? La visione strategica di cui il nostro territorio avrebbe bisogno è molto “trans”. Trans è un prefisso che indica un passaggio, un mutamento da una condizione ad un’altra, un passaggio oltre un termine. Trans-territoriale, per esempio, perché una strategia seria e di lungo respiro non può chiudersi in territori troppo piccoli ma deve estendersi al di là dei confini comunali e provinciali. Trans-disciplinare, perché un piano territoriale deve mettere assieme tutte le energie che ci sono e raccogliere tutte le competenze possibili, anche quelle che poi risulteranno marginali o inutilizzabili. Trasparente perché processi di questo genere sono complicati, devono accogliere istanze da ogni fonte, poi sintetizzarli con un metodo ed esporli alla continua valutazione degli stakeholders (siano essi istituzioni, associazioni o cittadini). Tranquillo, non litigioso, perché bisognerebbe accoglierlo con la serenità di chi costruisce qualcosa di bello, insieme agli altri, per il bene comune e il futuro. Transizione possibile?

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