“Cara” Provincia, ecco quanto ci costa con la riforma
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Irene Navaro - irene.navaro@alessandrianews.it  
22 Ottobre 2016
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“Cara” Provincia, ecco quanto ci costa con la riforma

Si risparmia con politica, consulenti e i dipendenti, ma si tagliano i servizi. Sulle strade gli investimenti sono passati da 79.000.000 euro del 2012 a a 8.199.000 nel 2016; per le scuole nel 2012 si era investito 16.720.000 euro. Nel 2016 solo 3.337.000 euro

Si risparmia con politica, consulenti e i dipendenti, ma si tagliano i servizi. Sulle strade gli investimenti sono passati da 79.000.000 euro del 2012 a a 8.199.000 nel 2016; per le scuole nel 2012 si era investito 16.720.000 euro. Nel 2016 solo 3.337.000 euro

PROVINCIA – Il risparmio c’è… il rischio di disservizio anche. Il 4 dicembre i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per decidere, tra le altre riforme, anche sulla definitiva abolizione delle province.
Di fatto, gli enti sono già cambiati, trasformati per effetto della legge di riforma targata Graziano Delrio del 2014. Da enti ad elezione diretta, sono divenuti enti di secondo grado: il consiglio e il presidente vengono cioè eletto dai sindaci, e non più dai cittadini. Ma i tagli alle risorse sono iniziati ben prima. Conti alla mano, lo Stato ha progressivamente chiuso i rubinetti, lasciando senza ossigeno le Province.

Più volte palazzo Ghilini e l’Upi, unione province d’Italia, ha lanciato l’allarme: “senza risorse si rischia il collasso”. Con la riforma referendaria verrà abolita dalla Costituzione italiana la parola “Provincia”. Le funzioni, però restano. Viene da chiedersi se la legge di riordino Delrio abbia portato o meno i risparmi sperati. Ad una prima lettura, la risposta sembrerebbe affermativa.
Partiamo dai dipendenti: nel 2012 erano 638, di cui 10 dirigenti; dopo la cura dimagrante sono diventati 326, di cui sei dirigenti. La spesa si è dimezzata, passando da 26 milioni a 12,457 milioni. Per il bilancio della Provincia è un risparmio, ma per la spesa pubblica in generale no. La Regione ha assorbito 81 degli ex dipendenti provinciali; 24 sono passati alle dipendenze dirette dello Stato; altri 6 all’agenzia per la mobilità regionale; 3 sono ancora in attesa di collocazione ma saranno sistemati entro l’anno, in altri enti pubblici.
Un risparmio effettivo c’è stato alla voce “politici”. I consiglieri erano 30 (+ 1 presidente) nel 2012 e sono costati 103.000 euro di rimborsi spese più 183.000 di indennità. Dal 2015 i consiglieri sono 12 (più un presidente) e costano 2.700 euro. Aggiungiamo anche i costi della giunta: nel 2012 erano pari a 476.000 euro; nel 2016 zero euro. Totale risparmiato: 759.300 euro. Non male, ma su un bilancio complessivo di 180.598.199 euro (previsionale 2016) si tratta a ben vedere dello 0,42%.
Crollano le spese per consulenze: erano 118.000 nel 2009; scese a 34.000 nel 2012 e zero nel 2016.
I trasferimenti statali sono passati addirittura dal segno più a quello meno. Ben vero che, nel frattempo, è cambiato anche il sistema di trasferimento. Lo Stato trasferiva alla Provincia 18 milioni nel 2011, scesi ad 8 nel 2012 e a 1,3 milioni nel 2013. Dal 2014 il governo cambia registro e trattiene per se la quota spettante alle province dell’Rc auto, restituendola poi agli enti periferici: le parti si invertono. Alla fine sarà la Provincia a dove “dare soldi” al governo centrale: – 4,3 milioni nel 2014; – 12 milioni nel 2014; – 29 milioni nel 2015 (“ricompensati, poi con + 14 milioni). Roba da esperti di bilancio…
Risulta più chiaro il taglio degli investimenti: per il mantenimento del patrimonio scolastico (31 edifici) nel 2012 si era investito 16.720.000 euro. Nel 2016 solo 3.337.000 euro. Per le strade la Provincia nel 2012 aveva investito 79.000.000 euro; nel 2016 si scende a 8.199.000 di cui una parte derivano dai rimborsi per i danni subiti durante l’alluvione del 2014.

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