In 200 allo sciopero contro il nuovo codice degli appalti
Manifestazione nazionale a Genova per dire no alle nuove norme che regolamentano gli appalti nel settore autostrade varato dal governo Renzi. I sindacati: non sono stati rispettati gli accordi. Si rischia un bagno di sangue. In prima linea i lavoratori del gruppo Gavio
Manifestazione nazionale a Genova per dire no alle nuove norme che regolamentano gli appalti nel settore autostrade varato dal governo Renzi. I sindacati: non sono stati rispettati gli accordi. Si rischia un bagno di sangue. In prima linea i lavoratori del gruppo Gavio
Una riforma necessaria e “nata con buoni propositi” ma che nel corso del suo iter non ha tenuto conto delle sollecitazioni espresse dai sindacati. Non solo: era stato siglato anche un accordo ad un tavolo tecnico tra le rappresentanze della categoria e i tecnici del ministero delle Infrastrutture. Accordo che “è stato disatteso”.
I sindacati chiedevano garanzie sulla cosiddetta clausola sociale, ossia il riassorbimento della forza lavoro da parte delle ditte che sarebbero subentrate negli appalti per i lavori autostradali.
“Il testo licenziato non solo non offre garanzie, ma introduce anche modifiche, ad esempio, sul minimo ribasso d’asta. In pratica non si è tenuto conto delle proposte concordate con i tecnici del Mit, durante l’ultimo incontro”, spiega Massimo Cogliandro, segretario provinciale di Fillea Cgil.
“Non riusciamo a capire le motivazioni per cui non è stato tenuto in considerazione l’accordo fatto. E’ una scelta inaccettabile. Si profila un bagno di sangue per i lavoratori”, dice ancora Cogliandro.
Il nuovo codice prevede che vengano istituite gare europee per gli appalti sulle concessioni
autostradali. I sindacati chiedevano che le ditte vincitrici riassorbissero i lavoratori delle aziende estromesse, garantendo le stesse condizioni contrattuali. In questo senso andava l’accordo siglato con il tecnici del ministero, svanito nel testo definitivo.
Le altre modifiche richieste riguardavano i subappalti. Le ditte appaltanti, infatti, avranno la possibilità di affidare il 20% del lavoro in affido diretto, mentre il restante 80% sarà subappaltato tramite gara. “Avevamo chiesto che da quell’80% non siano comunque escluse le ditte ‘collegate’ all’appaltante. Questo avrebbe evitato di destrutturare il comparto e salvare posti di lavoro”.
Una ulteriore correzione richiesta era la possibilità per le ditte appaltanti di internalizzare servizi ed
assorbire, quindi, personale che, in caso contrario, rischierebbe la perdita del lavoro.