Tutti d’accordo: “le Province non vanno abolite”
Il Circolo della Stampa di Alessandria inaugura la sua attività con un convegno dedicato alla riforma delle Province, prevista dalla legge Delrio. Dai commercianti alla Fondazione Cassa di Risparmio giudizio unanime: le Province non vanno abolite
Il Circolo della Stampa di Alessandria inaugura la sua attività con un convegno dedicato alla riforma delle Province, prevista dalla legge Delrio. Dai commercianti alla Fondazione Cassa di Risparmio giudizio unanime: ?le Province non vanno abolite?
Ricco il tavolo dei relatori, che hanno detto la loro in merito alla legge di riordino degli enti locali e che, di fatto, ha abolito le Province, trasformandole in un ente di secondo grado. Ma per cancellarle del tutto, occorrerà attendere il risultato del referendum previsto per ottobre con il quale gli italiani saranno chiamati a riscrivere un pezzo della Costituzione, quello che prevede, appunto, la presenza della province come organo dello Stato.
Sgombra il campo da equivoci il prefetto Tafuri: “la presenza degli uffici di prefettura non attiene alla legge Delrio, ma alla legge di riforma della pubblica amministrazione Madia, per la quale si attendono ancora decreti attuativi. C’è comunque la garanzia della permanenza delle prefetture nei territori, per far fronte alle emergenze come terrorismo e immigrazione”. Ma anche per le Province, trasformate in enti di secondo grado, non sono sparite del tutto, sono”cambiate” nella loro funzione. Per parlare di abolizione occorrerà aspettare il referendum confermativo che dovrà confermare o non confermare la modifica della Costituzione nell’articolo in cui si parla dell’organo di governo intermedio. Nell’intenzione del legislatore, secondo Tafuri, la legge Delrio è chiara: punta ad un taglio della spesa e ad una semplificazione dei livelli di governo (in ordine: comuni, province, regioni, Stato, Unione Europea). Poi, è arrivata la legge regionale che ha indicato gli ambiti territoriali ottimali che per il Piemonte sud sono Alessandria ed Asti insieme.
Bene in teoria, ma nella pratica? E’ stata Rita Rossa ad entrare nel merito. “E’ stato fatto un lavoro organizzativo enorme per trasformare le province in un ente che sia la casa dei Comuni”, dice.
Ma per svolgere le funzioni che la legge (statale e regionale) attribuiscono ai nuovi enti, occorre garantire risorse ed avere un progetto definito.
Lancia il sasso Rita Rossa: “se si trattava solo di rivedere la spesa della macchina pubblica, andava fatto su tutti i livelli di governo, senza prendere la Province come capro espiatorio”.
E’ stato un po’ come sfondare una porta aperta perchè, in quella direzione, sono andati tutti gli interventi dei relatori. Da Pierangelo Taverna il quale sostiene come l’abolizione delle province abbia rappresentato, di fatto, un grave danno per i territori che hanno perso un importante punto di riferimento sia a livello locale, di raccordo tra gli enti, sia a livello regionale, in quanto portavoce delle esigenze dei piccoli comuni e della loro popolazione. Rischia, in tal senso, di dissolversi anche il lavoro di promozione delle terre del Monferrato portato avanti con impegno e convinzione per tanti anni. Non solo, i ventilati accorpamenti tra le Camere di Commercio del Piemonte rendono ancora più problematico lo sviluppo dell’economia e in particolare del turismo e dell’eno-gastronomia , fiori all’occhiello dell’alessandrino.
Anche i commercianti si sono schierati dalla parte di palazzo Ghilini. Alice Pedrazzi, Ascom, ha infatti sottolineato come “i risparmi dell’ente pubblico vanno bene, ma non se fatti abolendo un livello di governo. Devono essere fatti in presenza di un progetto e coinvolgere tutti, dalla Regione allo Stato”.