Elogio della bici
La bici torni a essere, come era negli anni 60, uno status-symbol, nel senso, aggiornato, di simbolo di uno stato di benessere e rispetto dellambiente e della salute pubblica
La bici torni a essere, come era negli anni 60, uno status-symbol, nel senso, aggiornato, di simbolo di uno stato di benessere e rispetto dellambiente e della salute pubblica
OPINIONI – Nella mostra “Alessandria, città delle biciclette” che aprirà a metà aprile a Palazzo del Monferrato una vasta sezione sarà dedicata alle immagini che gli alessandrini hanno scovato nei loro cassetti in cui è presente una bicicletta. Sono davvero tanti ad avere una foto che li riproduce magari bambini, a cavallo della due ruote, il giorno della Comunione, quando la bicicletta era al primo posto dei canonici regali d’occasione, al posto dello smartphone che invece primeggia nelle classifiche dei doni, anche al di fuori delle ricorrenze e delle cerimonie. Oppure a sorridere nei primi anni del secondo dopoguerra, giovani “splendidi splendenti” pronti a lanciarsi nel boom degli anni ’60, immortalati su belle bici oggi “vintage”. W la bicicletta quindi.
La bicicletta che sta vivendo una stagione di nuovi successi, mezzo di trasporto ecologico e salutare, che fa bene a chi la usa e all’ambiente. Certo la vita del ciclista non è facilissima, nelle nostre città, fatta eccezione forse per alcuni capoluoghi emiliani e romagnoli, in parte favoriti dalla morfologia del territorio, ma più simili nell’utilizzo della bici alle città del Nord Europa che al resto d’Italia. Ma, se da un lato non mancano itinerari attrezzati per cicloturisti, nelle nostre città (Alessandria compresa) i problemi sono molti: mancano le ciclabili e per il ciclista spesso non resta che il marciapiede o il ciglio della strada. Un grande interrogativo è rappresentato dalle rotatorie. Chi passa prima? Eppure la bicicletta in una città come Alessandria sarebbe il mezzo d’elezione. Pare che la distanza di 6 km in città si copra più in fretta in bici che in automobile. E ad Alessandria in 6 km vai quasi dal Cristo agli Orti e ritorno …
Anche se mancano i parcheggi attrezzati dove fissare le bici con qualche probabilità che non vengano rubate. Come non ricordare poi il successo del bike sharing in città come Milano. Per inciso Alessandria era stata all’avanguardia alcuni anni fa con le bici a noleggio, ma forse troppo presto e un po’ calata dall’alto come iniziativa presto naufragata nel nulla. C’è da augurarsi che il progetto integrato che sta avviando il Comune possa rappresentare un balzo in avanti e che, già in gran parte smentita in altre grandi città, quanto scrisse il sociologo Ivan Illich in Elogio della bicicletta “nella maggior parte dei casi coloro che devono spostarsi con forza propria si trovano riclassificati come emarginati e sottosviluppati. Dimmi a che velocità vai e di dirò chi sei” sia smentito dai fatti, e che la bici torni a essere – come in fondo era negli anni ’60 – uno status-symbol, nel senso – aggiornato – di simbolo di uno stato di benessere e rispetto dell’ambiente e della salute pubblica.