Expo, “ecco perché noi ci abbiamo creduto”
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Irene Navaro - irene.navaro@alessandrianews.it  
2 Novembre 2015
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Expo, “ecco perché noi ci abbiamo creduto”

In attesa dei numeri sulle ricadute in provincia di Alessandria a seguito di Expo, abbiamo chiesto a due protagonisti alessandrini un loro bilancio sull'esposizione internazionale che si è conclusa sabato a Milano. Lo chef Andrea Ribaldone e l'imprenditore Paolo Pia

In attesa dei numeri sulle ricadute in provincia di Alessandria a seguito di Expo, abbiamo chiesto a due protagonisti alessandrini un loro bilancio sull'esposizione internazionale che si è conclusa sabato a Milano. Lo chef Andrea Ribaldone e l'imprenditore Paolo Pia

PROVINCIA – Oltre 20 milioni di visitatori ad Expò 2015. Un numero (a livello nazionale) che ha fatto gridare “al successo” i favorevoli della prima ora e chi, strada facendo, si è convinto dell’utilità della manifestazione.
Abbiamo visto che le ricadute sul territorio alessandrino dalla grande abbuffata di Expo 2015 sono – se ci sono – indirette. I frutti si raccoglieranno solo a medio lungo termine nel bilancio (provvisorio) tracciato dagli enti istituzionali.

Agli alessandrini, però, Expo sembra essere, in ogni caso, piaciuto. Molte le testimonianze in questi cinque mesi di esposizione che i cittadini della provincia di Alessandria hanno lasciato sui social network. L’albero della vita, simbolo della manifestazione, è stato il soggetto più fotografato e che ha maggiormente colpito l’immaginario dei visitatori.
Abbiamo sentito l’opinione di chi Expo l’ha vissuta “da dentro”, lo chef Andrea Ribaldone e il titolare di Stat Viaggi di Casale, Paolo Pia, che ha messo a disposizione i bus navetta che hanno accompagnato i visitatori alessandrini a Milano.

“Sicuramente sotto il profilo del numero dei visitatori, Expo è stato un successo” dice lo chef Ribaldone
.
Si, ma è stata solo una bella fiera colorata o è stata data una risposta al tema: nutrire il pianeta?
“I contenuti erano tanti e credo che ciascuno abbia cercato quel che trovava; c’è chi è andato con lo spirito di fare una scampagnata, e chi invece cercava altro. I momenti di approfondimento erano molti”.
Lo chef, che ha portato la cucina piemontese ed alessandrina in uno dei più importanti ristoranti della città di Expo, ritiene che “a cascata tutto il nord Italia beneficerà dello spirito di brillantezza che la manifestazione ha portato”. “Ho visto, dopo tanti anni – dice – Milano viva e vitale, come la ricordavo. E’ stata una bella sensazione e credo che ne beneficeranno un po’ tutti, non solo i milanesi”.
Cosa porta a casa Ribadone dall’esperienza? “Il solo fatto di aver incontrato ed essermi confrontato con 200 chef da tutto il mondo è stata sicuramente una ricchezza irripetibile. Ci siamo confrontati su idee, sul modo di intendere la cucina, un’esperienza fantastica”.
E, infine, una nuova ricetta, nata proprio in occasione dell’esposizione: spaghetti Milano, che unisce due piatti tipici della tradizione milanese, come il risotto e l’ossobuco, con lo spaghetto. “E’ piaciuto molto, ma anche i piatti del nostro territorio, come i rabatoni, sono stati richiesti”.


Paolo Pia è un imprenditore che su Expo ha scommesso tanto: con Stat Viaggi ha messo a disposizione mezzi e personale per garantire un collegamento tra Alessandria e la città dell’esposizione, da maggio fino all’ultimo giorno, sabato 31 ottobre. Non solo: molto apprezzati anche i tour per accompagnare i visitatori tra le colline del Monferrato, patrimonio Unesco.
L’obiettivo di Stat era accompagnare 10 mila visitatori: sono stati 8.101 ai quali vanno però aggiunti 15 mila studenti.
Obiettivo raggiunto? “Direi di sì – risponde – Faccio una considerazione prima di tutto generale: siamo grati ad Expo. Sono orgoglioso, come italiano, di questa manifestazione in cui io vedo un segnale di fiducia”. Per quanto riguarda Stat, “vale lo stesso discorso. Ci abbiamo creduto e ci abbiamo scommesso. Per noi era una sfida che, alla fine, ha prodotto buoni risultati. Questo dimostra come, se ognuno fa la propria parte, anche piccola, si può contribuire alla rinascita del nostro paese”.
Quale prospettive, ora, per il dopo Expo? Il sito Unesco, le colline del Monferrato, restano, non si smontano, come i padiglioni, e su questo patrimonio Paolo Pia è pronto a scommettere ancora. “Da ieri, 1° novembre, possiamo dire che è iniziato il futuro. Crediamo nelle potenzialità di questo territorio anche se i frutti andranno colti in futuro”.

 

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