La semplicità dei grandi ovvero dal Monferrato e ritorno
La collezione Panza, nella sua storia complessa eppure semplice e nelle sue attuali diramazioni nello spazio al di qua e al di là dellAtlantico, è una delle più importanti del mondo
La collezione Panza, nella sua storia complessa eppure semplice e nelle sue attuali diramazioni nello spazio al di qua e al di là dell?Atlantico, è una delle più importanti del mondo
Ciò che voglio dire è che la collezione Panza, nella sua storia complessa eppure semplice e nelle sue attuali diramazioni nello spazio al di qua e al di là dell’Atlantico, è una delle più importanti del mondo. E Giuseppe Panza – scomparso nel 2010 – apparteneva a una famiglia le cui origini sono legate a San Salvatore Monferrato. Origini lontane ma non dimenticate, se nella sua biografia ricorda ancora il paese dei suoi avi e la figlia Giuseppina volentieri racconta allo stesso modo del difficile, ma grato compito di dare seguito alla passione paterna amministrando e tenendo d’occhio la collezione sparsa tra Usa ed Europa, mentre suo figlio Pietro, che pure lavora alla collezione e al ricco e complesso archivio che ne raccorda le collocazioni, si dedica da alcuni anni alla produzione di vino, in un Monferrato che non è San Salvatore ma non è molto non distante. diversamente da quegli antenati a cui risalgono le origini della fortuna di famiglia.
Vorrei dire che questo circolo virtuoso ha una sua valenza culturale profondissima, e basterebbe andare a Villa Panza a Varese – un’ora di autostrada da Alessandria – per regalarsi un’esperienza tra le più intense, capace di convincere anche chi non è vicino all’arte, come l’ha intesa chi ha dato vita a quella collezione, della possibilità di una bellezza “altra”, del fascino di ricerche artistiche le quali, coinvolgendo tutte le percezioni sensoriali, raggiungono il difficile risultato di una sintesi tra uomo, spazio, forma e luce.
Una storia che parte da San Salvatore, si diceva, tanto che proprio in quella casa Giuseppe Panza volle presentare al pubblico la sua straordinaria autobiografia, tanto ricca di storie e avvincente, quanto lineare e semplice nello stile, pubblicata da Jaca Book nel 2006: Giuseppe Panza. Ricordi di un collezionista.
E all’insegna della semplicità è stato anche il cordialissimo incontro con la figlia del collezionista, Giuseppina Panza, avvenuto per iniziativa della Camera di Commercio di Alessandria nel contesto della mostra “Monferrato oltre il confine” che nel salone di Palazzo del Monferrato, gremito come a volte accade, ha raccontato le storie di famiglia, a partire dalle origini, rievocate dal figlio Pietro Caccia Dominioni (altro cognome di grandissimo spicco, questa volta nella storia dell’architettura italiana). I nomi dei grandi artisti americani della collezione accanto a quelli dei nostri artisti alessandrini e ovadesi come Mario Fallini, Mirco Marchelli e Giancarlo Soldi sono stati richiamati con pari dignità in nome di un’idea di collezionismo e di un’idea di cultura che sanno guardare “oltre il confine”, in senso spaziale e delle convenzioni più scontate.