Tu chiamale, se vuoi, emozioni
Rabbia, Paura, Gioia, Tristezza e Disgusto sono le emozioni protagoniste di Inside Out, il nuovo cartone animato che la Pixar ha ambientato allinterno della mente di una preadolescente. Nella cabina di regia dellesistenza di questa ragazzina si muovono cinque delle sette emozioni primarie che la neurofisiologia studia per meglio comprendere il comportamento umano
Rabbia, Paura, Gioia, Tristezza e Disgusto sono le emozioni protagoniste di Inside Out, il nuovo cartone animato che la Pixar ha ambientato allinterno della mente di una preadolescente. Nella cabina di regia dellesistenza di questa ragazzina si muovono cinque delle sette emozioni primarie che la neurofisiologia studia per meglio comprendere il comportamento umano
L’emozione è la risposta manifesta, l’attivazione di uno stato corporeo connesso a determinate immagini mentali, una reazione immediata, istintiva e necessaria ai fini della sopravvivenza, mentre il sentimento si riferisce all’esperienza mentale cognitiva e affettiva che noi abbiamo di tale cambiamento, al vissuto privato, unico e individuale delle emozioni. Entrambi, emozioni e sentimenti, ci guidano nel processo di crescita, ci direzionano verso le persone e le esperienze, sono quell’aspetto centrale dell’essere umano che ci rende allo stesso tempo tanto capaci di percepire il dolore dell’altro, quanto vulnerabili alle sofferenze. Ma al di là del chiarire questa differenziazione, io credo che “Inside out” sia un prodotto ancora più geniale e contemporaneo in quanto in qualche modo controcorrente, nella misura in cui ci invita a sostare per un tempo prolungato all’interno dell’area delle emozioni e del sentire, riconoscendo quanto oggi giorno essa sia messa seriamente in pericolo dal diffondersi endemico della tecnologia e dall’effetto che essa ha sulla nostra fisiologia, sul funzionamento del nostro corpo. Infatti, si parla di un tempo, quello nostro, dell’anestesia, effetto dell’uso massiccio dei mass media e dei social, che causa una sorta di torpore sensoriale, un non sentire, avvertito però come preferibile al provare dolore o qualsiasi altro sentimento negativo.
Un po’ come nel cartone animato, nel quale Tristezza si accompagna a Gioia come un impedimento ad ogni forma di speranza e ottimismo, rimandando a quanto nella vita odierna essa tenda ad essere percepita come dannosa e in quanto tale bandita. Senza pensare che la gioia stessa perderebbe di significato senza il suo opposto e che guardare se stessi dal punto di vista della Tristezza, come per tutte le altre emozioni, non fa che aprire nuovi percorsi di consapevolezza e di autocoscienza, che la narcolessia odierna rischia invece di cancellare.
“L’essenziale è invisibile agli occhi. Lo si vede bene solo con il cuore” (A. de Saint – Exupery)