Il rebus dei docenti, la soluzione a campanella già suonata
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Irene Navaro - irene.navaro@alessandrianews.it  
8 Settembre 2015
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Il rebus dei docenti, la soluzione a campanella già suonata

Entro lunedì 14, a scuole già iniziate in alcuni istituti della Provincia, si dovrebbe concludere la “fase B” del piano Renzi sulla scuola, ossia l'assegnazione delle cattedre ancora scoperte. I numeri sono ancora incerti: a livello regionale si parla di due mila posti. Insomma, anche quest'anno nell'ambito scolastico regna il caos

Entro lunedì 14, a scuole già iniziate in alcuni istituti della Provincia, si dovrebbe concludere la ?fase B? del piano Renzi sulla scuola, ossia l'assegnazione delle cattedre ancora scoperte. I numeri sono ancora incerti: a livello regionale si parla di due mila posti. Insomma, anche quest'anno nell'ambito scolastico regna il caos

PROVINCIA – Duemila posti in Regione ancora “scoperti” e 700 le “candidature” che potrebbero essere confermate entro lunedì 14. I numeri a livello Provinciale non sono ancora noti e le conferme potrebbero arrivare in queste ore da parte dell’ufficio del Provveditorato. Insomma, la sostanza è che, anche quest’anno, nel mondo della scuola regna l’incertezza più totale.
Ad ingarbugliare ancora di più la situazione, ci si è messa la complicatissima riforma targata Renzi che sta per entrare nel vivo della ”fase B”.
La fase “0” e la fase A, cioè l’immissione a ruolo con l’assunzione dei docenti provenienti dalla graduatoria (quella chiusa nel 2007 e quella a seguito del “concorsone”) si è già conclusa.
Restava aperta, quindi, la fase B, relativa agli organici di sostegno ad ai posti rimasti scoperti con la fase A.
“Ci sono Province – spiega il segretario regionale Cisl Scuola Maria Grazia Penna – in cui restavano posti scoperti e non c’era un numero sufficiente di docenti iscritti nelle graduatorie provinciali per coprirli; altre Province dove, al contrario, ci sono docenti in graduatoria ma non posti disponibili. Ad Alessandria, ad esempio, c’è una carenza di docenti di matematica nelle scuole medie…”.
E qui entra in gioco la fase B, appunto, con la quale si dovrebbero assegnare le cattedre scoperte e i posti di insegnate di sostegno (qui si innesca anche una recente sentenza del Tar che ha sancito il “diritto”al sostegno, ossia che ogni alunno con disabilità ha diritto all’inserimento con sostegno).

Ma perchè la fase B si preannuncia così complicata? Proviamo a spiegarlo.
Ai docenti rimasti fuori dalla fase A, ai quali non è stata ancora assegnata una cattedra, era stato chiesto di stilare in ordine di preferenza la lista delle province nelle quali avrebbero potuto andare ad insegnare. L’elenco, inviato on line tra il 28 luglio e il 14 agosto, doveva ricomprendere tutte e 100 le province d’Italia, in ordine di preferenza. Il “sistemone centrale” ha incrociato i dati delle disponibilità e delle preferenze e, il 1° settembre, sono state recapitate agli insegnanti, direttamente dal Minisitero dell’Istruzione, le mail nella quale si indicava la destinazione.
Tentando di fare un esempio, un insegnante alessandrino, rimasto fuori dalla prima assegnazione, poteva indicare le province limitrofe, poniamo Asti, Biella, Torino, Cuneo, Genova, e via via le altre, fino a Palermo…. Per meccanismi sconosciuti, a qualcuno è andata bene, ad altri meno bene e sono stati assegnati, magari, a Province che nell’elenco personale figuravano anche in decima posizione…
Posto che, ad oggi, non era ancora stato reso noto quali e quanti posti sono disponibili in provincia, non è neppure dato sapere se gli insegnanti a cui è arrivata la lettera del Ministero e assegnati ad Alessandria si presenteranno il giorno della “chiamata”, fissata per il 14 settembre.
Peccato che l’anno scolastico, in molte scuole dell’alessandrino, sia già iniziato a quella data.

Perchè potrebbero non presentarsi il giorno 14 per prendere “possesso” della cattedra?
Perchè la riforma prevede che, in caso di assegnazione di una supplenza annuale nella provincia di appartenenza, dia il diritto a non perdere il posto in graduatoria e che la cattedra venga assegnata, a sua volta, ad un supplente.
Ci potrebbe essere poi il caso, neppure troppo remoto, che un insegnate proveniente, ad esempio, da Macerata e assegnato ad Alessandria, possa rinunciare. Il quel caso l’insegnante perderebbe la possibilità di rientrare in graduatoria definitivamente. Ma queste sono valutazioni personali… Fino al 14, tuttavia, i dirigenti scolastici non sapranno quanti si presenteranno al primo giorno di lavoro.
I posti scoperti saranno poi assegnati con la fase “C”, tra il 22 settembre e il 5 ottobre (il cosiddetto organico potenziato).
“Questa è la riforma, che pur andava fatta, della Buona Scuola”, dice non senza ironia Maria Grazia Penna.

A margine, ma neppure troppo, si inseriscono una serie di ricorsi per l’inserimento in graduatoria da parte di chi ha conseguito il diploma di magistrale entro il 2002 che, in un primo momento, era stato escluso. I tribunali hanno accolto, non in tutte le regioni, i ricorsi considerando il vecchio diploma un equipollente della laurea. E quindi,chi ha a suo tempo presentato ricorso,promosso solo da alcuni sindacati, è stato reinserito, “passando davanti” ai giovani laureati. Altri sindacati ora starebbero tentando nuovi ricorsi. Un fatto non negativo, di per sé, ma che rischia di scompaginare ancora il già precarissimo equilibrio.

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